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Vangelo e Costituzione ( 12ª ): Al parroco non si può dire di no


Delle cinquanta sedie di plastica solo poche sostenevano stanchi pacchi in carne ed ossa. Le seggiole non erano granché al corrente del motivo per cui li avevano lasciati sedere, né gli involucri del perché si erano seduti. Ma al parroco non potevano dire di no.

Alto verso il cielo e legato al mare, faceva bene il prete e accoglieva non solo chi peccava, che era normale, ma anche chi contestava la dottrina della Chiesa, che non era così abituale. E affascinava i semplici, che alla fine il nocciolo lo afferravano. La passione per la filosofia era pari a quella per la teologia. Naufragava felice fra i monolitici canoni ecclesiali e la voglia di capire della filosofia, si aggrappava agli scogli mentre le onde li sommergevano di interrogativi, trovava risposte subito sommerse dalla schiuma delle perplessità. Lottava per ore fra la certezza del magistero e il dubbio dell’intelletto, fra la fede e la ragione, la strada sicura e il rischio della fantasia.

Gesù, ormai maggiorenne, era arrivato almeno un’ora prima ed era preoccupato dalla carenza di pubblico. Era la prima volta che poteva mettere alla prova le sue tesi, così eterodosse, tipiche del diverso che vuole anche restare uguale. Il parroco entrava e usciva, poi accompagnò gli altri relatori: il giovane teologo forte di ubbidienza acritica, l’anziano professore di storia che si era fermato a metà strada, l’avvocato forbito ma vacuo.

Mentre li spogliava, Gesù si rese conto che solo nel parroco coordinatore avrebbe potuto trovare una sponda, non alleata ma almeno sensibile.

Con sorpresa le mattonelle di finta maiolica si riempirono di scarpe, di vecchiette, di zavorra, ma anche di donne e uomini ansiosi di esserci e ragazze e ragazzi interessati, pronti però a volgere le chiappe altrove se delusi.

Il parroco tenne attenta l’assemblea, ma i lunghi e barbosi resoconti del salesiano e del docente allontanarono le menti più che i corpi, salvo qualche reazione di ritorno quando il moderatore si inseriva come una iniezione per svegliare i pazienti.

Gesù prese la parola prima dell’azzeccagarbugli e catturò il gregge, non tanto per l’eleganza della sua oratoria, ma perché tutti avvertirono che credeva in quello che diceva:

«Vangelo e Costituzione mi piacciono perché sono dalla parte dei deboli. Il Vangelo lo sappiamo cos’è, ma non conosciamo la Costituzione. Nasce dalla Resistenza e risente degli orrori della seconda guerra mondiale, con cinquantacinque milioni di morti. È la sintesi delle tre culture fondamentali della civiltà occidentale: quella cristiana, quella liberale, quella socialista. Raccoglie i principi che uniscono gli italiani, i fini da conseguire, gli strumenti attraverso cui realizzarli: precisa che i cittadini sono liberi, uguali, democratici, solidali… che, se non tutti sono liberi, uguali… la Repubblica elimina gli ostacoli attraverso una serie di strumenti: il parlamento, il governo, la magistratura, la scuola, la sanità… Vangelo e Costituzione accolgono non escludono, riconoscono i diritti, ma vogliono anche la loro attuazione attraverso l’eliminazione delle ingiustizie.

Sono innamorato di Gesù per la sua umanità, mi affascina quando insegna che la felicità è nell’essere assieme agli altri, nell’avere fame e sete di giustizia, quando caccia i mercanti dal tempio, quando afferma la centralità umana nel progetto divino.

Amo la Costituzione per lo stesso motivo: pone al centro la persona, che viene prima dello Stato, della legge, dei giudici… le riconosce dei diritti che non possono essere violati da nessuno, neanche dai poliziotti.

Vangelo e Costituzione ci consigliano di passare dall’io al noi, ci fanno comprendere che si è felici non da soli, ma assieme agli altri… che la felicità degli altri è alla base della nostra. Sono un modo di essere, pensare, agire… Non vogliono che siamo indifferenti, rassegnati, ma attivi: nei condomini, nei quartieri, nelle città, nelle scuole, nei luoghi di lavoro, nelle chiese, nelle associazioni, nei partiti, nei sindacati… Ci chiedono di contribuire nel nostro piccolo al cambiamento.

Vangelo e Costituzione vanno praticati! Fatti non solo parole. Non è facile in presenza di tanta ingiustizia e tanta illegalità. Possiamo partire dalla nostra realtà, analizzarla e discuterne insieme. Prendiamo le nostre famiglie: quanti e quali principi evangelici e costituzionali applichiamo o violiamo. La stessa indagine effettuiamola a scuola, all’oratorio, al lavoro, nella comitiva…

Addirittura il gioco è stato manipolato. Provate a dirmi un gioco in cui tutti si divertono e nessuno vince.

Perché il fine di ogni gioco dovrebbe essere divertirsi, non vincere.

La Costituzione ama il divertimento, ripudia i giochi con un eroe e tanti sconfitti, come il Monopoli, i videogiochi violenti, il Risiko… che educano a far soldi, ad essere aggressivi, a conquistare il pianeta… Anche il Vangelo ripudia i soldi, la violenza, la guerra, l’eroe… Il Vangelo racconta la sconfitta di un uomo, anche se poi risorge come Dio. La gran parte dei giochi e quindi dell’educazione ludica contrasta con Vangelo e Costituzione… che sono compagni di viaggio con cui confrontarsi, sempre.

Io l’ho fatto fin da ragazzo. Mi venivano in mente anche quando stavo per decidere se essere corretto o simulare un fallo in una partita di calcio, se dire la verità o essere omertoso a scuola. Anche oggi ho discusso con loro e ho scelto di essere vero, non semplicemente un abile declamatore. Sono venuto qui per fare squadra, per pormi non al centro del cerchio ma sulla circonferenza, assieme a voi».

Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia, perché saranno saziati (Matteo, 5:6).

La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo… (Cost., art. 2).

Mia madre e miei fratelli sono… coloro che ascoltano la parola di Dio e la mettono in pratica (Luca, 8:21). Sapendo queste cose, siete beati se le mettete in pratica (Giovanni, 13:17).

La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione (art. 1).

Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi… (Matteo, 11:28).

Per promuovere lo sviluppo economico, la coesione e la solidarietà sociale, per rimuovere gli squilibri economici e sociali, per favorire l’effettivo esercizio dei diritti della persona… lo Stato destina risorse aggiuntive… in favore di determinati Comuni, Province, Città metropolitane e Regioni… (Cost., art. 119).

Michele Del Gaudio


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