Trucioli

Liguria e Basso Piemonte

Settimanale d’informazione senza pubblicità, indipendente e non a scopo di lucro Tel. 350.1018572 blog@trucioli.it

Cemento e mafie, incontro a Ceriale.
Dal Corriere della Sera ecco Paita e Merlo, Orsi e Scajola, Grillo e Saso


Un appuntamento – incontro inconsueto per la comunità di Ceriale, ma il tema resta d’attualità almeno per la cronaca.  Cemento & Mafie, tra realtà e prospettive nel ponente savonese.  L’incontro al quale sono invitati i cittadini (non sono cerialesi) è fissato per le ore 16 di sabato 10 gennaio, nella sala consiliare che forse non riuscirà ad ospitare tutti, tenendo conto della ‘novità’ e dell’interesse che suscita l’argomento e la presenza dei relatori. Il deputato imperiese del Pd, Donatella Albano, Christian Abbondanza, presidente della Casa della Legalità di Genova (entrambi minacciati in più circostanze), Matteo Indice, giornalista – cronista di giudiziaria del Secolo XIX, redazione centrale.

Ceriale non è una città mafiosa, ma le primi misure di prevenzione per la criminalità organizzate furono prese dal procuratore della Repubblica Michele Russo, nel 1983 e riguardavano 31 persone, di cui una decina con residenza a Ceriale, gli altri a Borghetto, Albenga, Loano, Pietra Ligure. La misura fu presa (successivamente revocata) in seguito a diversi rapporti della Compagnia dei carabinieri di Albenga. Più di recente, a smuovere le acque, è stato Christian Abbondanza in occasione  dell’esordio dello scandalo della T 1 – Nucera, che vedrà presto sul banco degli accusati, oltre a Nucera anche il sindaco in carica (Fazio), il predecessore ed ex assessore all’Urbanistica (Revetria), il consulente legale del Comune (Vallerga), l’ex responsabile dell’ufficio tecnico ( Geom. Giuseppa Parrinello). Nulla a che fare con reati mafiosi. Il clima di attesa per le sorti degli imputati (assoluzione o condanna, pur sempre in primo grado) lascia la civica amministrazione locale con il fiato sospeso. Luigi Tenderini , battitore libero, piuttosto isolato, su Ivg.it dell’8 novembre 2014 aveva scritto: “Certamente lor signori usufruiranno della prescrizione… e comunque in un altro paese, per trasparenza, un altro sindaco si sarebbe già dimesso… Vuol dire che i cerialesi onesti gli daranno una mano affinchè faccia un passo indietro…”. Allora, nel corso di un volantinaggio di Abbondanza seguirono annunci di querele da parte di Nucera e del sindaco Fazio: “La vcittà e l’amministrazione comunale non devono essere infangate per aver fatto il proprio dovere…”. Nucera è latintante a Dubai, Fazio sotto processo. La giustizia dirà l’ultima parola?

Il dibattito del 10 gennaio, inoltre, non riguarda soltanto la realtà di Ceriale, ma del ponente savonese. Non solo, non deve essere stato casuale se tra i ‘relatori’ non figurano personaggi pubblici della provincia, né il battagliero e diligente consigliere di opposizione (candidato sindaco) Luigi Giordano che pure ha dato la sua adesione e curato la richiesta della sala consiliare. C’è chi aveva proposto che fosse invitato il deputato albenganese del Pd, avv. Franco Vazio, ma Abbondanza avrebbe invocato ‘motivi di opportunità’ per pregresse vicende giudiziarie.

 

 

ARTICOLO RIPRESO DAL CORRIERE DELLA SERA

Gli affari di coppia della renziana che sfida Cofferati

Alle primarie del Pd per la Liguria è candidata anche Raffaella Paita, tra conflitti di interesse, larghe intese, e un sistema di potere nel quale le cosche della ‘ndrangheta sono sempre riuscite a infiltrarsi

di Manuele Bonaccorsi – Corriere della Sera

Il porto di Genova è un business di famiglia. Lui, Luigi Merlo, è il presidente dell’Autorità portuale, nominato nel 2008 dal governo Prodi e riconfermato da quello Monti nel 2011, con la sponsorizzazione di Claudio Burlando, per 10 anni governatore della Liguria. Lei è Raffaella Paita, 35 anni, con una fulminea carriera alle spalle che l’ha portata al soglio di assessore alle Infrastrutture della giunta regionale. La gestione del più importante scalo marittimo italiano si decide tra la cucina e il soggiorno. Un conflitto di interessi che rischia di diventare ancora più grande, con la candidatura di Raffaella Paita alla primarie del Pd ligure per la presidenza della regione, attese l’11 gennaio. Che la coppia abbia molti interessi in comune lo dimostra la staffetta proprio nell’assessorato alle Infrastrutture. Merlo lo ha occupato fino al 2008. La moglie lo ha sostituito a partire dal 2010. Governatore, sempre Claudio Burlando.

Ora Raffaella Paita prova il grande salto. Obiettivo: sostituire il presidente regionale uscente, giunto al termine dei suoi mandati. Ha il sostegno di Burlando e del Pd ligure, di parte della corrente scajoliana di Forza Italia, del Nuovo centrodestra. Del premier Matteo Renzi, di cui è una sostenitrice della prima ora. E del marito, ovviamente, che gestisce uno dei nodi nevralgici dell’economia regionale. Paita sfida il parlamentare europeo Sergio Cofferati, certamente più noto nel popolo della sinistra. Ma per nulla inserito nell’intricato sistema di potere ligure.

Un sistema nel quale le cosche della ‘ndrangheta sono sempre riuscite a infiltrarsi, alla ricerca di influenza politica e appalti. Il nome di Merlo, ad esempio, spunta nell’inchiesta Pandora del 2009, relativa alle presenza negli appalti pubblici delle cosche della piana di Gioia Tauro, in cui spicca, secondo gli inquirenti, Gino Mamone, imprenditore nel settore dei rifiuti e del movimento terra. Il politico e l’imprenditore parlano di lavori, ovviamente. E dimostrano di conoscersi bene.

MAMONE: Senti un attimo ma Senese o’ conosci tu di Spezia?… … no perché devono fare nell’area Graziani una bonifica, stanno facendo una bonifica… non potresti dirgli che magari se la facciamo noi ci abbiamo un ufficio lì, ci abbiamo dieci ragazzi di Spezia che lavorano giù…

MERLO: sì, sì, ma quello gli dico che lo cerchi tu…

MAMONE: no, no, o lo cerco io o ci mando un mio collaboratore di Spezia…

MERLO: digli che ci va che glielo dico.

Va detto che Luigi Merlo non è mai stato indagato per i suoi rapporti con Mamone. Anche l’imprenditore calabrese è uscito indenne dal processo seguito all’inchiesta Pandora a causa di un errore formale nelle notifiche per il processo di appello (in primo grado era stato condannato a 3 anni di reclusione). Ma è stato incastrato, questo novembre, nell’inchiesta Albatros della procura genovese, che ha chiesto e ottenuto il suo arresto. Avrebbe procurato prestazioni sessuali a pagamento a un dirigente dell’Amiu, l’azienda locale dei rifiuti, in cambio di appalti, legati anche al post alluvione del 2010 e 2011.

Con Merlo Mamone parla anche di voti.

Ecco l’sms che il marito di Raffaella Paita manda all’imprenditore, durante la campagna elettorale delle elezioni comunali di La Spezia, nel 2007:

MERLO: Caro Gino se hai qualcuno a Spezia ti sarei grato se facessi votare Andrea Stretti. È un quarantenne molto preparato e serio. Grato per quanto vorrai fare. Mamone lo richiama poco dopo. E si mette a completa disposizione.

MAMONE: Senti io ti lascio due numeri di telefono dei miei ragazzi che con i dipendenti nostri che abbiamo giù, se tu li puoi contattare o se vuoi ti faccio chiamare da loro li vedi un attimo perché vivono a Spezia questi e conoscono mezzo mondo… MERLO: Ehhhh si fammi chiamare se no!”(…)

Per la cronaca, Andrea Stretti viene eletto, ed oggi è assessore alla Sanità nel Comune di La Spezia. È uno dei più ferventi sostenitori della campagna elettorale di Raffaella Paita, insieme a gran parte degli amministratori locali liguri. Di entrambi gli schieramenti. Tra questi spicca l’ex An e Pdl, ora capogruppo in Regione del Nuovo Centrodestra, Alessio Saso, finito nello scandalo Maglio 3, su rapporti tra politica e ‘ndrangheta (gli investigatori lo intercettano mentre chiede voti ad alcuni capoclan). E Franco Orsi, Dc di nascita, ora Forza Italia, ex senatore e vicepresidente della Regione, oggi sindaco di Albisola Superiore, molto vicino a Claudio Scajola (sotto processo a Reggio Calabria) e al senatore Pdl Luigi Grillo (che ha patteggiato 2 anni e 8 mesi di reclusione per lo scandalo Expo).

Le larghe alleanze di Raffaella Paita hanno destato qualche scandalo nel Pd, con Pippo Civati che ha lanciato l’hastag #facciamoneameno. Ma nel Pd ligure sono abituati alle larghe intese. È noto in regione il feeling tra i due Claudio – Burlando e Scajola – specialmente sulle decisioni economicamente più importanti. Tanto che il governatore è stato inserito nella lista dei test della difesa nel processo che a Reggio Calabria mette alla sbarra l’ex ministro degli Interni, accusato di aver coperto la latitanza dell’ex parlamentare Pdl Amedeo Matacena.

7 gennaio 2015 | Corriere della Sera

 


Avatar

Trucioli

Torna in alto