Trucioli

Liguria e Basso Piemonte

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Il libro / La P2 e le bombe di Savona


E’ un libro tutto sommato onesto “Novembre nero”, il pamphlet sulle bombe di Savona edito dall’omonimo Comitato e dal Collettivo “FuoriControllo” uscito informalmente sabato scorso durante un piccolo presidio davanti alla casa di Fanny Dallari (la vittima dell’attentato del 20 novembre ’74) e presentato ufficiamente ieri alla libreria UBIK. Onesto, innanzitutto, perché schierato, e schierato alla luce del sole.

Carlo Trivelloni è stato consigliere comunale e nel Cda della Carisa

Gli autori (i pezzi che compongono il libro sono tutti senza firma per scelta editoriale) sono convinti, e non ne fanno mistero, che a far esplodere gli ordigni a Savona tra il ’74 e il ’75 siano stati i gruppi neofascisti – presenti in gran forze tra Milano, Torino, Genova e il Veneto – peraltro fiancheggiati da frange consistenti degli apparati statali schierati a difendere lo status quo contro la montante ondata operaia e studentesca. Ma “onesto” anche perchè il libro tenta comunque di illustrare, sia pure in estrema sintesi e a prezzo di qualche imprecisione, alcune teorie che negli anni si sono avvicendate per spiegare le esplosioni savonesi e di dipingere – senza nascondere il proprio punto di vista – il contesto storico-politico in cui sono maturati gli avvenimenti degli anni ’70: un tentativo che merita comunque di essere sottolineato.

Non è un libro-inchiesta ed, anzi, gli autori riconoscono di non saper spiegare, in fondo, perché sia stata scelta proprio la periferica Savona per una serie di attentati così peculiare e “mirata”. Ma “Novembre Nero” propone comunque una novità: per la prima volta viene pubblicato in forma cartacea “La P2 e le bombe di Savona” la relazione scritta nell’82 dall’avvocato savonese Carlo Trivelloni per conto dell’ANPI e mai data alle stampe, forse anche per una serie di contrasti all’interno dell’Associazione Partigiani savonese. Un documento già da tempo conosciuto dagli addetti ai lavori e non certo decisivo per far luce sulla vicenda, ma che ha comunque il merito di presentare uno squarcio inedito sulla Savona degli anni ’70 e sulle manovre decisamente poco limpide del mondo affaristico locale legato a Teardo e alla P2. Interessante anche il ricco glossario che segue la relazione.

Massimo Macciò


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