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La Provincia riparte dalla coesione ? Ma senza Vaccarezza


La prossima settimana dovrebbe sbloccarsi l’impasse del nuovo governo della Provincia che inizialmente era stato annunciato all’insegna della coesione centro sinistra e centro destra, ma poi sono sorte difficoltà per una presenza definita ingombrante. L’uscita di scena del disarcionato Angelo Vaccarezza, peraltro amichevolmente addomesticata dalla voce dell’informato giornalista del Secolo XIX che segue la vita politica provinciale, pare possa facilitare l’obiettivo del presidente Monica Giuliano di distribuire le deleghe a tutti i neo eletti. Sarebbe una ventata di rinnovamento all’insegna di ‘uniti si vince, divisi si perde’. Non è una questione di potere, ma di sostanza. Il paese è stanco di beghe e contrapposizioni faziose. C’è chi sostiene e sembra perfino eccessivo che il presidente uscente non abbia neppure più titoli per restare alla vice presidenza dell’Autofiori inserita peraltro tra le prossime dismissioni per fare cassa.
Un consiglio può essere utile. Meglio non farlo arrabbiare troppo il mister, altrimenti potrebbe mettersi di traverso e creare nuovi ostacoli. Si era parlato, ad esempio, di un ruolo di vice presidente dell’avvocato Giovanni Ferrari, consigliere di minoranza a Finale e candidato sindaco per il centro destra alle ultime comunali. Il suo silenzio perdurante si presta a più interpretazioni. Tace per paura ? O per buona senso ?

Il presidente, già sindaco di Loano, il miglior ‘guerriero della nostra scuderia’ l’aveva definito il gran capo Claudio Scajola, ha annunciato al Secolo XIX  l’abbandono  dell’Ips –  che tante critiche aveva suscitato il tandem con il compagno Ruggeri, tra i pochi avversari ex comunisti ad essere stato lodato per l’aiuto al porto di Loano quale assessore regionale all’Urbanistica – e di primo eletto del centro destra, con l’immancabile verve polemica: “Lascio perchè non c’è modo di poter lavorare con chi fa manovre che annientano i servizi  degli enti locali. Con le mie dimissioni  sarò libero  di poter contrastare l’azione  del Pd. Non è possibile che l’Amministrazione provinciale  passi per la direzione del Pd, in un’eterna primaria che viene prima di tutto.  Ma con la tessera del Pd non si eleggono i consiglieri  regionali, per me  conta ancora il certificato elettorale”.  Segue un consiglio da ‘saggio’ al neo presidente e sindaco di Vado Ligure, Monica Giuliano, funzionaria – dirigente del Comune di Bergeggi: ” Bisogna battere i pugni sul tavolo; non si può rispondere prima al segretario regionale e poi ai cittadini. Io continuerò a fare politica in mezzo alla gente e sempre con la maglia della mia squadra. Se perderemo non fa nulla ma ci sono già tanti nel mio partito che sono andati nel Pd; spero trovino poltrone comode”.

Intanto potrebbe essere salutare anche per Angiolone un periodo di digiuno dalle stanze del potere, prebende, poltrone comode per compari inclusi. Nella sua dichiarazione dei redditi, da 130 mila euro l’anno, buona parte del reddito erano soldi pubblici, da cariche politiche, oltre alla proprietà  di sei unità immobiliari a Loano, con dichiarazione depositata il 15 ottobre 2013 di “coniuge non separato dalla consorte Gianna Baldassa”.

Qualche ragione il politico di lungo corso Vaccarezza può vantarla sul fronte dell’atteggiamento tenuto fino ad oggi dal Pd provinciale e forse regionale. Per quale motivo è venuto meno, già subito dopo il voto, l’impegno ad un consiglio provinciale in cui tutti avrebbero ricevuto deleghe ? I timori di svelare una certa avversità verso l’ex presidente alla fine sono il segreto di pulcinella. La fronda anti Vaccarezza a Loano e dintorni poteva contare su un esponente del calibro di Nino Miceli. Solo due anni fa erano stati costretti, con il consigliere comunale ed operaio Piaggio Roberto Franco, a presentarsi da indagati ai carabinieri e rispondere dell’accusa di diffamazione a mezzo stampa. Tutta colpa di un manifesto, per le vicende dell’asilo infantile  Simone Stella dove era esploso lo scandalo di maltrattamenti a bimbi. Il presidente, ex sindaco, si sentì diffamato  dal murale e querelò. La procura della Repubblica, a tamburo battente,   inviò l’avviso di reato a Miceli e Franco. Nel giro di pochi mesi il ‘guaio’ finì col proscioglimento, in caso contrario era già pronta anche la costituzione di parte civile e la richiesta danni.

Ma nel Pd pare non serpeggiasse solo il “me lo sono legato al dito”.  Pare sussistano perplessità per qualche esponente della Valbormida. C’è un consigliere eletto non affidabile ? Anche nelle migliori famiglie  ci può esssere l’eccezione, importante non si tratti di inaffidabilità legata alla legalità. Per il resto è probabile che più prima che dopo prevalga l’esigenza di dare alla provincia di Savona, in uno dei tanti momenti difficili della sua storia, un governo coeso, capace di mettersi subito al lavoro con la suddivisione dei compiti, delle responsabilità politiche. Affrontare i problemi dei cittadini senza propaganda, né parolai ed esibizionismi sfrenati da megalomania.

L’ipotesi che ‘saltato Vaccarezza“, possa essere l’avvocato finalese Giovanni Ferrari, già corrispondente de Il Secolo XIX, il primo  a svolgere il ruolo di vice presidente, non  sarebbe campata in aria. Del resto nei patti iniziali si parlava di turnazione, alternanza, proprio nella vice presidenza. Poco probabile che si vada verso un vice presidente targato Pd, ci sono i due gruppi di minoranza. Il primo fa riferimento ai forzisti vaccarezziani (3 consiglieri), il secondo al sindaco di Varazze. Bozzano, con due seggi. Il Pd da solo, è risaputo, con 5 rappresentanti, non ha la maggioranza. A meno che, ma sarebbe di cattivo segno, non ci sia qualche defezione. Vaccarezza, tra l’altro, può contare su due fedelissimi. Lucia Leone di Alassio ed  Eraldo Ciangherotti, dentista albenganese, che ha conquistato un ricco medagliere come  fanatico berlusconiano e chicche da ribalta nazionale. Basti pensare al pacco di sterco inviato al sindaco di Napooli, ex magistrato, Luigi De Magistris.  Non solo, uno dei più stretti ‘consiglieri’ e frequentatori del vescovado di monsignor Mario Oliveri, ora in disgrazia, ma da sempre timoniere del gruppo di fedelissimi, in Curia e in certe parrocchie (clero).

La Provincia di Savona si appresta a ridurre le spese e la speranza è che non avvenga a scapito dei servizi sociali primari. Presidente, suoi delegati, consiglieri non ricevono più stipendi o prebende, né rimborsi spese, con l’esclusione di quelle chilometriche nei trasferimenti per motivi istituzionali e d’ufficio.


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