Trucioli

Liguria e Basso Piemonte

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Dalla Valle Arroscia: ‘La variante del deserto’


Caro trucioli.it, ho letto con interesse l’articolo (vedi…..) titolato “Liguria tra sagre. miss, spot mediatici e mega stipendi, mentre la Provincia di Bolzano sostiene i costi dei piccoli negozi rurali”, ed aggiungo da noi resistono ormai solo gli eroi. Scrivo in quanto per quel che riesco seguo le vicende della Valle Arroscia dove ho origini tra i miei avi. Non so se sono l’unica persona, spero di no, ad essere rimasta scossa leggendo notizie documentate e che, purtroppo, non appartengono al mondo delle fantasie. Non so se  associazioni impegnate, quali Confcommercio, Confesercenti, Camere di Commercio o  esponenti del mondo politico si sentano chiamate in causa. Mi limito ad aggiungere che condivido le preoccupazione  espresse nel servizio a firma di Luciano Corrado, pure imperiese,  per l’anziano e ‘storico’ progetto di variante  Cantarana – Acquetico che rischia concretamente, se realizzato, di tagliare l’abitato di Pornassio e Nava  dalle rotte che contano, ridurlo nelle condizioni in cui siamo: ‘deserto – mortuorio’ di paesi un tempo fiorenti, penso a Borghetto d’Arroscia e Ranzo, Vessalico.   

Volevo descrivere, a questo proposito, questo siparietto. Protagonista un noto agente immobiliare, nonchè notissimo, almeno credo, esponente della vecchia e della nuova politica, perenne pubblico amministratore in Comune e già in Provincia, peraltro sempre eletto dal suffragio dei cittadini elettori. Se non è un omonimo trattasi di G.B. Cepollina che ironizzava su Facebook contro coloro che si opponevano alla Predosa – Borghetto S. Spirito…fondamentale, a suo dire (e di altri) per portare più turisti a Loano e nel comprensorio. Ricordo di aver letto interventi di asseriti ambientalisti o presunti tali che già si erano schierati contro l’operazione immobiliare in località Mazzocchi. Qualcuno aggiunge che  la Predosa – Borghetto altro non era che la ‘salvatrice della Patria Liguria’. E sempre tale Cepollina sostenne che  l’opera  accrescerebbe il valore dei nostri immobili. Giocava in casa, insomma ! Lessi che un navigatore di Facebook fece l’esempio proprio  di una Valle Arroscia, anche a mio parere, già rovinata dalle varianti in galleria che hanno tagliato fuori paesi che non avevano altre alternative di vivibilità, se non l’attraversamento veicolare dei loro abitati. Forse sbaglio, ma lo stesso copione  si ripeterebbe nelle valli che adducono a Borghetto S. Spirito o altre similari. A quel punto intervenne un altro lettore, mi pare Simone Delmonte, tra gli sfortunati trombati alle comunali, il quale  sosteneva invece i grandi benefici di queste varianti stradali in Valle Arroscia, affermando che un giudizio complessivo sulla positività si poteva esprimere  solamente con il completamento della Acquetico (Pieve di Teco) – Cantarana (Ormea). Perchè ?  Solo a quel punto, concludeva Delmonte, la Valle Arroscia verrà utilizzata come naturale sbocco dei piemontesi al mare. Non sto dalla parte dei polemisti, non ho simpatie per i ciarlatani, vorrei riflettere:  nella lungimiranza dei nostri pubblici amministratori le valli dell’entroterra sono solamente dei corridoi da destinarsi ad autostrada o superstrada ? E perchè Loano o altri centri sono ‘affollati’ di questi illuminati progressisti? “.

E – mail firmata

Nota di redazione. Per utilità e completezza di chi ha passione o interesse a seguire la tematica riportiamo i brani salienti scritti sul precedente numero….”E a proposito, Mendatica è tra i paesi dove sopravvive, con difficoltà e dedizione, un piccolo negozio di alimentari. Ma è un discorso, quello dei pastori e dei negozi alimentari, che può essere esteso a molti altri borghi delle vallate. Alla più fortunata località di Colle di Nava (Im), o Ponte di Nava (CN), che beneficiano del passaggio da e per la Riviera di Ponente, fino a quando non sarà realizzata la variante – tunnel tra Acquetico (Pieve di Teco) e Cantarana ( Ormea) e che, pochi lo dicono, rischierebbe di desertificare la rinomata Nava – pur sempre in crisi rispetto al passato, come può dimostrare un albergo storico e glorioso (Lorenzina) o pochi chilometri oltre, il mitico ristorante Da Beppa ed ancora il San Carlo (famiglia Cagna). Non solo, si creerebbe, conferma un ex assessore regionale ai Traporti della Liguria, un clamoroso imbuto-strettoia nell’abitato di Garessio.  Non è neppure pronta la ‘variante’ di Ormea. Tra l’altro, la conferenza Stato – Regioni aveva previsto 120 milioni di euro per questa viabilità attraverso la Cassa Depositi e Prestiti. E l’ex assessore mette il dito su un’altra incompiuta strategica, la variante di Chiusavecchia, prevista ai tempi della giunta Biasotti.  E’ un intervento urgente se si vuole dare sfogo alla trentina di aziende che gravitano nella zona tra Imperia e Pontedassio. Ci vorrebbe una scossa forte, urgente. LE AMNESIE DI FERRUCCIO DARDANELLO – Aspetti che distraggono il pur attento e diligente Ferruccio Dardanello, popolarissimo presidente dell’Unione Nazionale delle Camere di Commercio, preoccupato in questi mesi del progetto di riduzione.  Non può sfuggire a chi ha frequentato pure da rappresentante di commercio del settore calzaturiero, in lungo ed in largo, le valli imperiesi, savonesi e forse oltre, quale sia lo stato  di ‘miseria’, abbandono, improduttività,  aree depresse, con perdita di valore complessivo delle ‘valli di lacrime’. Le priorità, come ha dimostrato l’Alto Adige nella sua storia, dovevano e devono essere concentrate non in base ai bacini di potere elettorale (abitanti-votanti), bensì, lo dice prima di tutto il buon senso, verso i più svantaggiati, anche se in piccola parte si può recitare il mea culpa.”

Aggiungiamo un esempio concreto. Chi ha frequentato la provincia di Bolzano, ricorderà che percorrere la provinciale alla volta di Merano e del suo comprensorio, per la lunga stagione turistica che la caratterizza (da Pasqua a fine ottobre, come accadeva per la nostra Riviera di Ponente fino a metà anni ’70), percorrerla nelle ore centrali della giornata era un’impresa snervante.  Un lunghissimo serpentone nell’attraversamento  dei paesi e dei borghi.  Migliaia e migliaia di autoveicoli, motoveicoli, roulotte, pullman, camion.  Già allora erano fiorenti aree turistiche con una peculiare presenza di aziende alberghiere e una netta prevalenza di turisti stranieri, rispetto agli italiani che si concentravano soprattutto nel mese di agosto, in particolare veneti, lombardi, romagnoli, romani.  Con gli anni 2000 arrivò la MEBO (Merano – Bolzano ), superstrada con tanti svincoli. Quali sono stati i risultati ? Le attività turistiche che prima si trovavano a fare i conti con il caos e l’aria intrisa di polveri sottili, possono vantare tranquillità, relax, un valore aggiunto alla qualità della vita. Il ‘discapito’ di essere tagliati fuori dalla intensa viabilità non ha prodotto effetti simili a quelli  delle valli citate nella lettera del lettore perchè  in Alto Adige hanno mantenuto e valorizzato ambiente, territorio, primaria industria alberghiera e della ristorazione.  Le comunità locali hanno beneficiato non di attività speculative, bensì investimenti che producono benessere, posti di lavoro di pari passo con il rafforzamento del tessuto turistico.

La Valle Arroscia, ma non solo,  non hanno avuto fino ad oggi le credenziali di riscossa economica. Lo sviluppo, colpa scellerate scelte  della vecchia politica, incluse organizzazioni sindacali, associazioni di categoria, si concentrato sulla fascia costiera ed ora a standard ingolfati da cemento, asfalto,  si sposta crescita e speculazione nella prima fascia costiera. L’entroterra resta dimenticato nei fatti e negli atti.  Anzichè lo stop alla sottrazione di nuove aree all’agricoltura,  ed incentivare davvero la ristrutturazione dei vecchi borghi della vallate, resistono leggi e norme urbanistiche regionali e comunali che continuano a penalizzare l’entroterra.  Alle zone svantaggiate, più povere, non servono solo finanziamenti una tantum, buoni propositi,  occorre  sollevare con urgenza la leva dello sviluppo urbanistico, ad iniziare dagli immobili in stato di degrado, abbandono e incentivando il ripopolamento  nella Riviera Verde, come la definisce in solitaria il sindaco di Pieve di Teco. Dare ai comuni  ossigeno vero con potenziali oneri di urbanizzazione che in Riviera sono saliti alle stelle. (l.c.)


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