Trucioli

Liguria e Basso Piemonte

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Ospedale provinciale ? Di Tullio non è impazzito


La proposta di un ospedale provinciale fatta da Livio Di Tullio non è assolutamente campata in aria.

Non voglio entrare nella disputa politica nata intorno al PD sulla vicenda né sulle motivazioni di questa proposta, ma solo ricordare ai lettori che quando c’era l’INAM il  bilancio nella nostra provincia era in pareggio fra le entrate contributive ed i costi dell’assistenza sanitaria degli aventi diritto. La cassa mutua era convenzionata con il S. Paolo quale polo sanitario provinciale ed il S. Corona per le su altissime specialità ed eccellenze che anche  a quei tempi aveva. Certo sono passati tanti anni dalla riforma ed i costi sono naturalmente lievitati anche per i riflessi sulla costosa diagnostica che a quei tempi aveva certo un’altra dimensione, ma ora il costo della sanità rappresenta oltre il 70% del totale delle spese regionali e quindi qualche rimedio occorre porre in essere.

Mio padre, direttore provinciale dell’INAM, e per pochi anni nella metà degli anni 1970  presidente dell’Ente Ospedaliero savonese , quindi grande conoscitore del sistema sanitario pubblico, fu sempre fautore dell’ospedale provinciale ovviamente individuandolo nel vecchio S. Paolo di corso Italia.

Durante il mio incarico ai vertici dell’allora USL di Savona avevo anche io teorizzato che si dovesse organizzare il sistema sanitario basato su un centro ospedaliero provinciale e con una serie di strutture periferiche alcune come centri di specialità ( Santa Corona ) e le altre come sedi di dipartimenti che coprissero le esigenze nei territori del ponente e del levante della nostra provincia. La mia posizione fu molto criticata soprattutto dai sostenitori del Santa Corona che vedevano il “declassamento” come una punizione nei confronti del loro territorio. La classe politica albenganese nel chiudere il vecchio ospedale di Albenga – divenuto inagibile – decise di crearne uno nuovo realizzando, purtroppo, un doppione inutile, da sempre parzialmente utilizzato, ma estremamente costoso per la nostra comunità.

L’dea di avere 4 ospedali in una Provincia così piccola con tantissimi doppioni di reparti e di servizi è stata una scelta che ha diminuito la qualità di assistenza e per giunta ha creato un buco enorme nei nostri conti pubblici. E nonostante tanti ospedali molti savonesi si rivolgono – per avere assistenza  -verso  il Piemonte e non solo. Tra i più gettonati c’è Humanitas dove da anni lavorano, a contratto, almeno una decina di specialisti di quella che è considerata l’elite dell’ortopedia ligure e lombarda. Numeri e statistiche lo confermano, incluso il ‘successo’ di Albenga, prima dell’ultima ‘disgrazia’, con la notizia inopportunamente trapelata dell’avvio dell’inchiesta giudiziaria ed il blocco dei pagamenti dell’Asl.

Scelte sbagliate ( i 4 nosocomi) dunque a cui occorre porre rimedio anche prendendo esempio da altre Regioni che in questo settore certamente sono all’avanguardia rispetto alla nostra bella Liguria.

Riorganizzare il sistema quindi spostando oltretutto l’attenzione dagli ospedali verso i servizi territoriali poiché i distretti sanitari diventino distretti socio-sanitari – come prevedeva la legge di riforma – ,ma con una diversa articolazione perché essi – come sono adesso – non hanno assolto bene alla loro funzione. Ciò è evidente per gli utenti ed è dimostrato dalla encomiabile iniziativa da parte della  S.M.S. di Legino che prossimamente farà nascere un ambulatorio che presterà servizio non solo ai soci iscritti, ma a tutto il quartiere per costituire un prezioso ausilio soprattutto per i meno giovani con misurazione della pressione, iniezioni, ma anche sostegno domiciliare agli anziani. Compiti questi evidentemente male assolti dai distretti sanitari dell’ASL savonese.

Mi auguro che la proposta del vice sindaco, passato il clamore mediatico,  non si esaurisca, anzi sia affrontata al più presto con confronti pubblic, anche con i tecnici della sanità che, a dire il vero, da sempre poco sentiti dalla classe politica locale e regionale.

 

                                                                       Luciano Locci 


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L. Locci

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