Trucioli

Liguria e Basso Piemonte

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Viaggio a SV e IM. Ci manca De Mita sindaco a 86 anni. Abbiamo Zunino (Celle), Revetria (Vendone), Balestra (Villanova). Mendatica dopo mezzo secolo vince il Pd


Chi ricorda Ciriaco De Mita, da potente segretario nazionale Dc, in visita a Loano, all’ex cinema Perla affollatissimo, con codazzo di seguaci da Genova a Ventimiglia ? Ciriaco ora votatissimo primo cittadino di Nusco (Alta Irpinia), all’età di 86 anni, ci ricorda: “ Non c’è futuro senza memoria”. E se avesse cento, mille ragioni? Nelle province di Savona e Imperia ci accontentiamo dei veterani giovani, in sella anche da mezzo secolo. Ma accade pure il ‘miracolo’. Mendatica, alta Valle Arroscia, già regno della Dc e dintorni, poi forzitaliota e leghista, alle europee il Pd è stato (percentualmente) il più votato dell’intera provincia con il 50,40%, al secondo posto Aquila D’Arroscia (47,69), unica in Liguria ad essere commissariata per mancanza di candidati alle comunali. Al terzo posto Triora, capoluogo di Monesi (46,599 %). Nel savonese città leader Pd sono: Altare (51,80), Carcare (50,67),  Savona (47,49), Vado Ligure (46,92).

Mendatica foto da album dei ricordi e della nostalgia

IL CASO MENDATICA – Un borgo montanaro che non fa notizia. Eppure c’è un dato che ha del clamoroso, o meglio da manuale storico. Il Pd, versione Renzi, si è lasciato alle spalle decenni di dominio dello scudo crociato. Aldo Amadeo, parlamentare per più legislature, era cittadino di Mendatica, amato ed apprezzato dai pastori e dagli umili. Per loro la porta dell’ufficio era sempre aperta. Non era solito promettere e dimenticare.  Qualche anno dopo l’astro nascente era Manfredo Manfredi, forse in assoluto il parlamentare che ha sistemato in uffici pubblici e privati (Dall’Autofiori, all’Enel, alla Sip poi Telecom, comuni, provincia, Guardie Forestali,  Guardiacaccia, ecc) cittadini residenti nell’entroterra, nella sua provincia e in parte nel savonese. Mendatica, passando in rassegna i risultati storici delle elezioni politiche, regionali e provinciali, ha via via premiato Forza Italia, il Pdl, Lega Nord. Mai la sinistra aveva sfondato. Anzi, quasi inesistente, contrariamente alla vicina e confinante Montegrosso Pian Latte. Questa volta la lettura del risultato, della svolta degli elettori, può essere attribuita a tre fattori. Sono nelle file del Pd l’ex vice sindaco Paolo Ramella, abitante ad Imperia, insegnante in pensione, una nomina sponsorizzata dall’Udc al vertice (prima fase) del Parco Alpi Liguri. Parco che non venne accolto da applausi. In qualche caso avversato (vedi Cosio d’Arroscia). Ramella, un cittadino perbene che non sfoggia agiatezze e ricchezze , contrariamente ad altri politici di lungo corso di casato imperiese o montano. Con lui il più giovane, quasi esordiente, Alessandro Lanteri; non fa parte dei figli di papà della partitocrazia nostrana. Eletto in consiglio provinciale, gravita nel sanremese, a Mendatica mantiene legami col papà, Celestino, insegnante e la mamma dipendente della Provincia. Una famiglia benvoluta, tradizioni pastorizie. Il terzo aspetto è più terra a terra. La Regione Liguria, sotto la presidenza Burlando, non ha quasi mai deluso le aspettative e le promesse alle richieste della civica amministrazione. Niente assistenzialismo, ma finanziamenti mirati a progetti precisi, rispettati, messi in pratica. Burlando, massimo rappresentante della sinistra ligure, che ha dimostrato serietà e coerenza nei confronti di un comune senza peso elettorale, ricco solo della tenacia dei suoi amministratori, Pro Loco inclusa. Mendatica è probabile non sia un caso unico nel panorama ligure, è tuttavia molto significativo.

LA RISCOSSA DEL PD NELLE ROCCAFORTI BERLUSCONIANE – E’ una non notizia che dal dopoguerra ad oggi, per la prima volta, la sinistra ha superato la destra nella super azzurra Loano ?  Non urliamolo troppo forte.  Il Pd alle europee è stato votato da  1727  elettori loanesi, rispetto ai 1229 di Forza Italia. C’è chi si è affrettato a dare merito al capogruppo in Regione del partito, Nino Miceli, professionista della politica alla pari di Angelo Vaccarezza, altro emblema della partitocrazia mestierante.  Lasciamo in disparte le laute prebende. Miceli vive a Boissano, ma a Loano ha sempre avuto il suo punto di riferimento. E’ stato anche capace, alle ultime comunali,  di dare un calcio alla possibile vittoria. L’hanno consigliato tanto bene che ha perso sonoramente.  Non solo, il gruppo consiliare di opposizione si è spaccato in due. Meritano una medaglia, se non esistono ragioni inconfessabili che ignoriamo, solo divisi si perde sempre. Per pietà evitiamo di fare nomi e cognomi, forse non tutti meritano di essere citati per il ‘capolavoro’. Sta di fatto che l’opposizione alla giunta Pignocca, vista dal cronista veterano, è all’acqua di rosa sia per i contenuti, sia per gli obiettivi. Loano è la città ‘capitale della politica’ titolava qualche anno fa La Stampa. Almeno cinque Vip in campo regionale. Oltre al soldatino scajolano Angelo Vaccarezza (dopo lo schiaffo ricevuto ad Albenga è puerile infierire). Non si è risparmiata in passerelle ed esibizionismo, Roberta Gasco, avvocato dedita alla vita politica, figlia di quel segretario cittadino della Dc che, raggiante, accompagnava alla sua destra il ‘nostro Ciriaco De Mita’.

Ineffabili banderuole che hanno presto messo in armadio benefattori personali come Secondo Olimpio, sindaco di Bardineto.  Sono diventati ammiratori di Clemente Mastella, di San Claudio Scajola, festeggiavano l’avvento nel nuovo porto di Loano dell’ingegner Salvatore Ligresti.  Due di loro  sono cittadini ai quali sono state spalancate le porte delle patrie galere per due volte. Speriamo non siano le solite vittime del ‘giustizialismo comunista’.  Vedremo per i fans loanesi, di destra e di sinistra, quale sarà il prossimo approdo.

Merita di essere citato il sorpasso del Pd ad Alassio che, contrariamente a Loano, ha avuto governi dell’area della sinistra.  Stesso discorso per Ceriale, Borghetto Santo Spirito,  Finale Ligure.  A lungo roccaforti di una destra molto particolare. I pascoli della compagnia di ‘re Scajola‘ e dintorni.  Cittadine che in più circostanze hanno spalancato porte e finestre ai simboli del malcostume politico, dell’arroganza, del disprezzo della meritocrazia.  Chi non si inchina viene tagliato fuori. Per fortuna, l’abbiamo scritto tante volte, restano gli archivi dei giornali. Siamo infestati di ‘senza memoria’.  Benvenuto De Mita a ricordarcelo. Magari avessimo una destra degna di questo nome ed una sinistra che solo con l’avvento di Renzi ha fatto spazio ai giovani, a volti nuovi, a persone non compromesse col passato. Al comunismo becero e da super stipendi non siamo interessati. Auguri al galantuomo Bertinotti nel sua dimora. seconda casa, in quel di Dolceacqua.

Non è un discorso di destra o di sinistra, semmai di sana alternanza al potere, di gestione della democrazia all’insegna della uguaglianza sociale. Il successo del grillismo, il movimento della protesta, dei cittadini stanchi ed indignati, è la prova del nove.  Come mai ad Andora, comune virtuoso secondo il vangelo del sindaco Franco Floris, ha vinto un candidato di centro destra ? E perchè ad Andora il movimento di Grillo ha avuto 1156 voti con il oltre il 26 per cento ? Eppure il signor Floris, presenzialista e progressista pari solo ad Angelo Vaccarezza nelle trasmissione di Imperia Tv, distribuiva patenti di maestro della buona amministrazione a destra e manca.

POCHE DONNE SINDACO. NON E’ BUON SEGNO –  Siamo tra quanti ritengono che una donna sindaco, assessore, amministratore pubblico, abbia più capacità, determinazione, serietà rispetto ai maschi.  La provincia di Savona, in questa tornata delle comunali, non si è distinta su questo fronte.  Va un po’ meglio in provincia di Imperia, la più provata e penalizzata  dal marchio maschilista di malgoverno, scandali, corruzione, depauperamento del patrimonio sociale, ad iniziare dai posti di lavoro. Per i giovani, per le donne.  Roberta Guglielmi è sindaco di Vallebona,  Daniela Simonetti di Pigna, Monica Giuliano di Vado Ligure,  Bruna Rebaudo di Ceriana,  Paola Giliberti di Vessalico, Franca Mattiauda di Bardineto,  Gianfranca Lionetti di Toirano, Silvia Pittoli di  Garlenda. Nessuno pensa sia giunto il momento di mettere gli uni contro gli altri, per partito preso, per vocazione al femminismo. E’ un elemento di giudizio che scaturisce da dati di fatto, non scopriamo l’acqua calda. L’augurio è nel rafforzamento  femminile nei ruoli apicali, tra i sindaci, per una cultura al decoro e alla legalità, per recuperare quanto resta nell’industria del turismo, visto che sono state seppellite le fabbriche. Non serve al rilancio economico il rigorismo di facciata, semmai la strategia del fare  secondo criteri di efficienza e produttività. Bando agli sprechi pubblici e agli spreconi. Bando a tutte le forme di parassitismo che si annidano in ogni dove.

GLI INTRAMONTABILI MERITANO LA MEDAGLIA –  Si scrive tanto di rinnovamento. Eppure bisogna riconoscere che gli intramontabili non hanno vinto con la pistola puntata. Non siamo ai metodi dello storico sindaco Napoli, l’armatore Lauro che tutto sommato non aveva bisogno di rubare, ma tutelare il suo impero.

La palma della vittoria  va assegnata all’usato sicuro che risponde al nome di Renato Zunino che è stato sindaco di Celle Ligure già nel 1975 fino al 1992 e dal 2009 ad oggi. Record battuto solo da Riccardo Borgo di Bergeggi che alla fine ha scelto di mettersi da parte, si fa per dire.  Zunino, contestato ed amato, calunniato ed osannato, diffamato e portato sugli altari, resta la bandiera della sinistra vecchia e nuova. Un pragmatico delle clientele ?  Bisogna dimostrarlo.

Che dire del mitico  Pietro Balestra, mille pregi e qualche difetto. Avrebbe potuto godersi il riposo dei pensionati, della vecchiaia; c’erano pochi dubbi che il suo carisma fosse gettato alle ortiche. Villanova non è più la capitale delle violette, non è più la cittadina di un’aeroporto meritevole di questo nome. La squallida storia dei sottotetti la dice lunga sul malaffare politico-amministrativo, sul pullulare di ville agricole dai contorni e intrecci che vedono agitarsi qualche personaggio dietro le quinte o forse davanti alle quinte. Persone che tanto per essere chiari l’informatissimo ‘ufficio intelligence‘ delle logge massoniche conosce  bene. Dove affari non significa sana regola del profitto, bensì corsa all’ affarismo e affini.

Che dire del premio tris degli elettori al ‘giovane veterano ‘ (vedi altro servizio) Piero Revetria, uomo della provvidenza prima a Vendone, poi a Ceriale, quindi ritorno a Vendone. Sarebbe ingiusto dimenticare Pino Niccoli di Noli, è andato in pensione da medico, ma seppur per pochi voti è tornato capitano di squadra nella Noli repubblica marinara che perso molti dei suoi valori morali, dell’identità degli avi.

Non mancano notizie di segno opposto, rinnovamento, capacità nella professione e nel lavoro. E’ il caso di Giorgio Cangiano ad Albenga. La campagna elettorale all’americana o forse più,  della disarcionata Rosy Guarnieri, non è servita a nulla. Che batosta !

Non è stata una sorpresa, per gli osservatori più attenti, la vittoria  ad Andora di Mauro Demichelis, dopo il virtuosissimo Franco Floris, mister bacchettatone.  E’ di buon auspicio  il premio elettorale  a Ugo Frascherelli. Questa volta c’è l’ha fatta. E’ un finalese onesto, figlio di un magistrato in pensione tra i più apprezzati della storia giudiziaria ligure e savonese . Il neo sindaco ha battuto persino un rivale, a sua volta noto politico e vice sindaco con la schiena dritta. Finale Ligure, tra i pochissimi comuni dove l’ape regina edilizia non detta legge. Senza varianti urbanistiche ad personam, senza ville agricole. Finale Ligure, la città della Piaggio e di cosa ruota attorno col trasferimento a Villanova; Finale è la potenza Ghigliazza e ciò che rappresenta in termini di portafogli.

Tralasciamo ogni considerazione sull’Orsi bis ad Albisola. Sui compagni di viaggio in politica finiti nella patrie galere con accuse che  lasciano esterrefatti  gli stessi adulatori. Sul ruolo che Orsi ha avuto  quando è stato assessore regionale, sulle operazioni portuali ed  edilizie  di cui è stato testimone attivo. La sua vocazione pro cemento e sviluppo in una regione martoriata, leader in Italia nel consumo del suolo, asfalto e mattone. E’ la coriacea confraternita dello sviluppo, del motto: la Liguria è la regione più boschiva d’Italia, abbiamo un immenso patrimonio di verde. L’immobiliare paga ? Ripartiamo da noi?  Il tempo è galantuomo. Non bisogna aver fretta.

Luciano Corrado


L.Corrado

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