Trucioli

Liguria e Basso Piemonte

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Elezioni comunali da SV a IM: allarme voraci e foresti, Pezzini giornalista doc, tutte le liste virtuose, Aquila d’Arroscia orfana di aquile


E’ il solo comune ligure con flop di liste : Aquila d’Arroscia, noto per la sua cucina, è a digiuno forzato, nessun candidato. In compenso si sono moltiplicati, nei paesi collinari, le liste dei ‘foresti’. Una follia per chi ha già vissuto simili esperienze. Le più clamorose riportano a Stellanello e Testico.  C’è poi chi ha denunciato il pericolo di “fantasmi voraci di poltrone”. Il più contestato è Piero Revetria, candidato a Vendone, una vita seduto sulle poltrone, indicato al pubblico ludibrio dal competi-tor Andrea Bronda, nome noto nel firmamento leghista ligure. C’è anche la discesa in campo dell’unico giornalista in corsa nel savonese, Stefano Pezzini, memoria storica del ponente, presidente dell’Associazione  Fischia il Vento; abita a Vendone, ma corre per il candidato sindaco di Onzo, Giuliano Arnaldi, notissimo a Savona: la moglie era l’unica sacrestana in servizio in Liguria, al Santuario del capoluogo. C’è infine una forte crescita di comuni virtuosi (questa volta dopo Laigueglia, arriva la diva Bergeggi). Deposta l’ascia del combattimento, hanno unito forze e spirito di coesione.  17 in Liguria. Meriterebbero tutti ben altra promozione e considerazione dai mass media. Invece…più liste… più pubblicità a pagamento per chi se lo può permettere. Ma anche più candidati, più lettori, medicina di soccorso dopo il crollo delle vendite in edicola.

IL CASO AQUILA D’ARROSCIA – Non ce ne vogliano i lettori se iniziamo da Aquila D’Arroscia che purtroppo non ha fatto notizia. L’unico paese dove non si vota, arriva il commissario prefettizio. Non è stato possibile trovare un gruppo di cittadini disposti a ‘sacrificarsi’ per nominare sindaco, assessori, consiglieri. In uno dei prossimi numeri riserveremo un reportage senza pretese e senza veli sul paese, dopo aver visitato in lungo ed in largo il suo territorio. Fino a 80 anni fa  il 70 per cento  degli abitanti era un Cha.  Lo storico locale  Domenico Quartino aveva raccontato ad un giornalista del Secolo XIX che Carlo Magno creò un feudo in Belgio che diede in possesso alla famiglia dei Cha.  Tutti amanti della libertà, decisero di aiutare i greci nella loro lotta contro i pirati, ma la spedizione fu una catastrofe.  Morirono tutti, si salvò  Joannes Cha, monaco a Venezia.  A quei tempi Aquila D’Arroscia era una base della Repubblica  di Venezia, utilizzata  per spiare la vita di Albenga che apparteneva ai genovesi.  Il doge, conosciuta la storia del glorioso feudo, chiese al Papa una dispensa per Joannes e diede sua figlia in sposa all’ex monaco e mandò la coppia a governare sul borgo ligure.  Alle prossime elezioni, dopo la cura del commissario, è probabile si trovino le forze, uomini e donne di buona volontà. Il paese ha grandi risorse ambientali, come documenteremo non è stata amministrata dagli Svizzeri. Le ultime generazioni hanno la sindrome del vittimismo. Anche per mascherare incapacità e negligenze ?

IL COLLEGA STEFANO PEZZINI OSCURATO –  In provincia di Savona l’unico giornalista sindaco, dal dopoguerra, è stato Pier Paolo Cervone, a Finale Ligure.  Esordio alla Gazzetta del Popolo, corrispondente, poi al Secolo XIX, infine carriera  e olio di gomito alla Stampa. Cervone, passione e cultura quale autore di libri di storia locale. Forse meno esaltante e positiva, sul piano dei risultati e di obiettivi raggiunti, l’esperienza da primo cittadino della seconda città della provincia.  Il collega Stefano Pezzini, albenganese, il compianto papà dirigente locale della Sip (ora Telecom), un fratello avvocato gran carriera professionale a Roma. Stefano, primi passi nel mondo del giornalismo al Decimonono, quindi il salto al quotidiano storico della famiglia Agnelli e della Fiat. Tanta gavetta: da corrispondente a redattore, a responsabile  delle Pagine del Ponente. Da cittadino della Riviera ingolfata di seconde case e caos, alla più tranquilla vita dei borghi dell’entroterra. Il suo coinvolgimento, come spalla anzichè sindaco, può aver stupito chi non conosce e non ha seguito negli anni, anche per ‘diritto di cronaca,’ il vulcanico ed estroverso personaggio Arnaldi.  Abbiamo atteso invano una querela che , a nostro avviso, ci avrebbe fatto onore. Ha prevalso il buon cuore !? A leggere la lista dei candidati, pubblicata dal diffusissimo IVG, col portafogli in mano molti candidati si sono autopromozionati, con record di spazi a pagamento: i candidati sindaci di Albenga, Cangiano e Guarnieri, scommettiamo sul ballottaggio e poi vittoria del primo (dicono i sondaggi di un’azienda specializzata di Milano). Pubblicità  on line (Savona News) scelta pure dal candidato di Finale Ligure per il centro destra Giovanni Ferrari, avvocato, una gioventù da diligente e bravo corrispondente del Secolo XIX.  A ruota pioggia di aspiranti sindaci di Andora, Varazze, Albisola, eccetera. Insomma, nell’anno clou del ‘tirare la cinghia’, anziché ai bisognosi, magari anziani soli o bimbi di famiglie povere, i candidati simbolo delle città regine si sono preoccupati di arrivare primi sul traguardo elettorale senza badare troppo a spese. Se qualcuno si è distinto in parsimonia grazie se ce lo farà sapere. Del resto si tratta di spese fatturate.

Vi raccontiamo ora un episodio- testimonianza. In una città ligure del levante, non molti anni fa, un galantuomo, già primo cittadino, si rese conto della presenza di corvi affamati di potere. Facevano quasi a gara a chi spendeva di più per stravincere. Lui di punto in bianco scelse di fare una lista con l’obbligo, per tutti, a non sborsare in spese promozionali, semmai beneficenza anonima. Una sola strategia elettorale. Inviò una lettera di una pagina scritta a mano, a tutti i capifamiglia. Ha saputo toccare il cuore, risvegliare le coscienze. Niente spot, ma un breve elenco di gioie e dolori che lui avrebbe imposto. Risultato : eletto con il 62 per cento, delusi e sconfitti gli altri tre candidati. Il fatto fece notizia (locale) solo un giorno. Per molti motivi, già accennati, l’informazione che fa riferimento ad un editore e dintorni, non ha interessi a cavalcare questa rivoluzionaria, si fa per dire, campagna ‘fai da te’.

Stefano Pezzini, se non altro per l’esperienza maturata da osservatore ed informatore dei lettori, meriterebbe  un posto nel governo della piccola Onzo dove competono  Foresti per Onzo (Arnaldi) e Onzo Vive ( Alessandro Bottello). Il giornalista Pezzini avrebbe potuto fare altre scelte, ha deciso da adulto e vaccinato.  L’ultimo articolo- revival che ha firmato risale al 16 marzo scorso. “Il Caffè Roma riapre e ritorna a fare innamorare Alassio”. Fosse davvero così, Pezzini meriterebbe il premio alla veggenza.  Non è tuttavia solo a rappresentare la categoria; è in compagnia di lista di Maria Chiara Di Pace, descritta archeologa e fotografa.  Avanti, ecco  Roberto Sartor, fotografo ed esperto in risorse, speriamo pure  agricole e montane.  C’è Giorgio Amico, definito storico e gestore del blog Ventolargo, pare sia talmente diffuso dopo l’entrata in scena a Onzo da mettere a rischio la supremazia  di IVG.it e del suo editore immobiliare Matteo Rainisio.  Avanti l’altro:  Claudio Morelli, fotorepoter  molto attivo all’estero, speriamo abbia qualche minuto da dedicare ad Onzo, anche se con un sindaco in pectore tuttofare si può dormire tra due guanciali. Dimenticavamo: con un solo voto di lista, la minoranza consiliare sarà comunque rappresentata. Storica la vittoria a Briga Alta, 32 elettori, 3 liste, la più rappresentativa ha ottenuto un voto ed un seggio. Questa è l’Italia delle barzellette.   Speriamo che gli amici di Onzo e Ponterotto non ci accusino di partigianeria pro Arnaldi e Pezzini, uno spaccato che andava raccontato, visto che neppure i giornali di appartenenza non hanno ritenuto utile informare i propri lettori.

COMUNI VIRTUOSI DELLA PROVINCIA DI SAVONA -Iniziamo dal buon esempio di Bergeggi, il feudo dell’impagabile presidente nazionale (Riccardo Borgo) dei Bagni Marini, una delle poche lobby che sa fare il suo mestiere. Il secondo paese in Liguria per reddito pro capite, dopo Portofino. Qui, dopo essersi scornata invano per decenni, la sinistra perdente e col sindaco Borgo socialista della prima ora, pare abbia imparato la lezione. I protagonisti meritano un plauso, un incoraggiamento. Si può essere in disaccordo, ma uniti per decidere, amministrare. La maggioranza ha il dovere di comandare,  se sbaglia dovrebbe andarsene a casa, a meno che non si siamo in presenza di un ‘governo della mafia’.  AUGURI DI PROFICUO LAVORO  al farmacista Roberto Arboscello.Virtuosa la scelta del più piccolo comune della Provincia, Massimino col ritorno al potere di Massimo Paoletta. Esperienza docet.  E poi Erli, il primo comune in Italia, d’Europa che negli anni ’60 innalzo il vessillo dell’Europa Unita.  Auguri a Candido Carretto, caposquadra dei vigili del fuoco in pensione, originario di Bardineto. Lui che ha vissuto gli anni d’oro della piccola Svizzera della Liguria, quando Bardineto aveva sindaco il prof, Secondo Olimpio, giornalista e soprattutto capo ufficio stampa di un ministro lontano anni luce dall’esempio Scajola e soci. Si trattava di Paolo Emilio Taviani, morto senza ricchezze, nonostante gli anni al potere in ministeri chiave (Interni, Difesa, Bilancio).  Elogio a Pontinvrea e al suo prossimo sindaco  Matteo Camiciottoli. E ancora:  Alfredino Gallizia sindaco uscente di Arnasco;  secondo mandato per Enrico Lanfranco di Magliolo (fu preceduto da padre), il paese arricchitosi con una discarica dei misteri, qualcuno anni fa ci confido che sarebbero stati interrati uno o due camion con carichi particolari. Qui una nota impresa edile che ha fatto fortuna – merito alle capacità – può vendere case ad un prezzo superiore a quello di Rocca delle Fene a Pietra Ligure.  Giudicate voi dopo aver visto materiali e rifiniture. A proposito, Lanfranco junior descritto ottimo manager in quel di Vado Ligure.

Record di liste, Iddio li perdoni non sanno quello che fanno, ad Albenga con sei candidati sindaci e gregari vari a sostegno. Follie ad Andora nel regno di re Floris, dove l’arroganza pare di casa  con i giornalisti che chiedono notizie per iscritto.  Qui sono in campo 5 pretendenti, l’auspicio è che gli elettori diano una sonora lezione a chi la merita. Cinque lista nella Vado Ligure sconvolta, e travolta da scandali e bruttissime storie di malgoverno aziendale, oppure comunale, o invece assistenziale. I cittadini ricorderanno le mazzette pagate al dirigente del Comune senza che nessuno dell’amministrazione se ne rendesse conto, si tratta di lavori pubblici e finanziamenti ad una squadra sportiva cittadina. Lo scandalo degli scandali della Centrale Tirreno Power che avrebbe sulla coscienza morti, ammalati di tumori, strage (?) e forse un giornoconosceremo nome e cognome, ma la giustizia italica, i politici nostrani  e non, amici di merende la vogliono lunga, meglio se da prescrizione. Gli avvocati nei due rami del parlamento sono sempre stati in maggioranza schiacciante. La storiaccia dei maltrattamenti a Vada Sabatia, in Comune pare siano rimasti sorpresi. Sordi e cechi ? Fate voi.  Cinque liste a Finale Ligure, l’unica località dove almeno non abbiamo assistito alle faide e lacerazioni nel centro destra, un sindaco uscente gentiluomo vero, più frantumata la sinistra e gli ambientalisti. Ne farà le spese per la seconda volta l’onesto Frascherelli . Tiene banco lo spinoso capitolo Piaggio ed operazione immobiliare miliardaria da vecchie lire.  ‘Solo’ 4 liste a Varazze, terra di scorribande fratricide a destra e a sinistra. Il profumo di storie immobiliari è una formidabile calamita.

I COMUNI VIRTUOSI DELLA PROVINCIA DI IMPERIA –  Nell’estrema terra, detta anche Riviera dei Fiori, citiamo in breve i virtuosi delle comunali 2014.  A Mendatica abbiamo dedicato un articolo a parte (vedi).  In compagnia di Soldano ( sindaco sarà Antonio Fimmanò); Montaldo  con Mariano Bianchi,  Ranzo con Piero Raimondi, Pontedassio con Franco Ardissone, ammirevole l’esempio della marinara Cervo con Gianpaolo Giordano: un bis di Bergeggi ed in precedenza del battistrada Laigueglia del sindaco Maglione.  Una sola lista, sindaco certo, a Olivetta con Adriano Biancheri, Airole con Fausto Molinari, Montegrosso Pian Latte, con  riconferma del geometra Giuliano Maglio dipendente del Comune di Pieve di Teco. Ranzo con Piero Raimondi;

Se volete, invece, dare la medaglia del fallimento suicida scegliete Ospedaletti (qualche vergogna di troppo con la vicenda del porticciolo turistico e delle aree); si contendono il potere  sette candidati sindaci tutti missionari di carità. Non vergognatevi, non è il caso.  Ecco, volevamo pubblicare, dei candidati sindaci (tutti), dichiarazione dei redditi personali e famigliari, quanto i loro Comuni spendono in prebende, gettoni, spese elettorali. La privacy, in buona parte, lo impedisce ed avremmo fatto un mezzo servizio informativo. A Ventimiglia, sciolta per mafia, gli aspiranti sindaco sono 5; si moltiplicano candidati e coalizione nella ‘famigerata’ storia di Sanremo, regina di poltronificio e sprechi del ponente ligure. Record di arresti tra amministratori e ‘signori del casinò muncipale’.

Le comunali, da sempre,raccolgono il maggiore afflusso alle urne di elettori.  L’esperienza rivela che non è il numero la sostanza, la linfa di cui ha bisogno la nostra malandata Patria a livello locale, con poche eccezioni, e nazionale. Il Belpaese, col record mondiale di tesori storici, con il Vaticano e ciò che rappresenta per un miliardo di cattolici del pianeta; l’Italia, dicevamo, è tra gli ultimi al mondo in tante classifiche: dalla corruzione, all’evasione fiscale, al disastro idrogeologico, ai politici arrestati ed inquisiti.  Ricordiamoci pure degli accusati di mafia, evidentemente solo  quelli scoperti. Manco a dirlo, si proclamano tutti innocenti.

La riscossa dei cittadini dovrebbe partire dal basso; il buon esempio crescente dei piccoli paesi chissà che lunedì non faccia finalmente sognare. Scoprendo che almeno questa volta la maggioranza dei savonesi e degli imperiesi, degli amici cuneesi, ha imparato una lezione di vita, di etica pubblica con la forza del voto popolare, della sana cultura civica. Non si dovrebbe correre per il consenso elettorale, semmai per lo forza delle idee dei giusti e delle opere di bene concrete (non clientelari o caritatevoli) a beneficio della comunità, dei posti di lavoro, dei meno fortunati, degli onesti e della meritocrazia imprenditoriale, professionale.

Luciano Corrado


L.Corrado

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