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Liguria e Basso Piemonte

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ESCLUSIVO / La carrellata di Silvio Fasano per “l’innocente vittima Claudio Scajola” !?


Neppure il neo santo, agli onori degli altari della Sacra Romana Chiesa, papa Giovanni Paolo II (Wojtyla), l’ha risparmiato dalle manette. 8 maggio 2014- 12 dicembre 1983. Questa volta è stata la Dia di Reggio Calabria nell’ambito di un’inchiesta antimafia  (8 arresti per concorso esterno in associazione mafiosa). 31 anni fa  furono i carabinieri della Legione di Milano  ad arrestare il sindaco Imperia, Claudio Scajola, su ordine dei magistrati milensi, con l’accusa di tentata concussione in concorso con il sindaco  di Sanremo, Osvaldo Vento, ai danni della Flower’s Paradise del conte Borletti. Il 20 gennaio 1984 lo scandalo del Casinò fece un’altra vittima illustre, Manfredo Manfredi che  travolto dalle accuse si dimise da sottosegretario al Tesoro.  Dopo 71 giorni di detenzione, il 23 febbraio 1984, Claudio Scajola esce dal carcere e torna in libertà provvisoria, con una cauzione di  20 milioni. Ad accoglierlo, a Imperia, in piazza della Vittoria, gran folla di amici e compagni di partito (Dc). Lo abbracciano. Esultano. Gli imperiesi sono fatti così, di questa pasta. Pochi esclusi, almeno per ora. Siamo nel terzo millennio dopo Cristo. Imperia è stata, con la Sicilia mafiosa (la minoranza esclusa), la provincia più azzurra e berlusconiana d’Italia. Tutti vittime, o quasi, della giustizia ? Tutta brava gente, operosa, alla stregua degli ultimi eroi che resistono nei piccoli e spopolati paesini dell’entroterra montano? Intanto giovedì sera, al Tg3 notte il giornalista Alessandro Cecchi Paone, ora parlamentare di Forza Italia (Campania), ha smentito che Scajola sia iscritto al nuovo partito, nato nel 2014. Ed ha aggiunto: “Berlusconi non l’ha voluto e Scajola non ha mai lavorato per la nuova Forza Italia”.

Questa notizia ci era sconosciuta. Magari si potrebbe chiedere lumi ai fans savonesi ed imperiesi. Per coerenza e dignità siamo certi che non si daranno alla fuga. Sono fedeli ed osservanti, anche se non tutti possono ricevere il sacramento della Comunione. Dalla confessione sono già stati dispensati. Lo aveva confidato Sciaboletta.

Come visse in carcere il ‘compatriota’ Claudio Scajola? Il più votato di tutti i tempi tra i politici di ‘casa nostra’? Testuale raccontò: “Cercavo di fare del moto per non ammalarmi, tenevo un diario, rispondevo a centinaia di lettere. Ne ho ricevuto una valanga, soprattutto dai miei concittadini. Compresi alcuni parroci.  Ho fatto amicizia con un ragazzo, Antonio: me l’hanno sbattuto in cella, a San Vittore, una sera, in piena crisi di astinenza da eroina.  E poi aspettavo l’ora d’aria. Ero sempre solo perchè, mi ha spiegato un detenuto, sulla mia cella c’era una specie di etichetta rossa. Voleva dire ‘individuo socialmente pericoloso’: forse giustificava il fatto che per il reato di cui ero stato accusato l’ordine di cattura non è obbligatorio’.

Andò a finire, ha scritto  Rino Di Stefano, biografo ufficiale di Scajola che “la giustizia è lenta, ma precisa, arriva soltanto dopo  5 anni, nel 1990. L’imputato Scajola viene scagionato in quanto ‘il fatto non sussiste’. …Tutta colpa di un pranzo che nel 1983 aveva accettato su invito  del sindaco Osvaldo Vento, con la presenza al banchetto del conte Borletti, nella località di Martigny, in Svizzera. Vento voleva con se Scajola perchè  era uno degli uomini più influenti della Dc ad Imperia”.  Per quale ragione non si rivolse a più autorevoli esponenti Dc del Liguria, quali Paolo Emilio Taviani e Carlo Russo ? Non lo sappiamo. Vento sperava che Borletti non si adoperasse per far invalidare l’asta per la gestione del Casinò: per decenni l’ente più corrotto dell’imperiese come documentano inchieste, arresti, condanne, assoluzioni e tante prescrizioni, con l’immancabile presenza di affiliati alla massoneria.

Di Stefano ha correttamente scritto che “fu lo stesso Pm a chiedere il proscioglimento di Scajola che quando lo seppe, andò al cimitero, si inginocchiò sulla tomba del padre e pianse. Cinque anni di inferno tra polemiche e strumentalizzazioni politiche e sospetti, erano  finalmente finite. Claudio Scajola poteva tornare in campo a testa alta”. E’ quanto ha fatto, tornando a parlare del governo del Belpaese, persino come ministro degli Interni. Dicastero che fu, a lungo, per il galantuomo morto senza lussi, né ville, Paolo Emilio Taviani; nessuno dei suoi cinque figli ha ricoperto posizioni politiche o economiche nelle stanze del potere.  Claudio Scajola non sappiamo se abbia  favorito la latitanza del deputato di Forza Italia Amedeo Matacena, tuttora negli Emirati come il costruttore di Ceriale Andrea Nucera.

Scajola, già presidente della commissione parlamentare sui Servizi di Sicurezza,  nella città dove venne messa una misteriosa bomba all’ingresso del tribunale (Imperia) che avrebbe potuto causare una strage. Una provincia in ginocchio sul fronte dell’illegalità diffusa, della massoneria d’affari o deviata,dove la riscossa dello Stato è merito soprattutto di un pugno di fedeli e tenaci servitori delle istituzioni repubblicane: magistrati, uomini dell’Arma, della Finanza, della polizia postale (non tutti, ovviamente e non è difficile intuirne la ragione). Claudio Scajola che Imperia Tv  ha mostrato presenziare in prima fila alla consacrazione a vescovo don Tonino Suetta, di Loano, già cappellano del carcere di Imperia durante lo ‘scandalo’, forse gonfiato, della direttrici dell’Istituto di pena; già promotore di cooperative sociali in odore di affari profumati, diciamo pure leciti. Scajola che sugli schermi Tv si vede assorto e devoto mentre riceve il Sacramento della Comunione.

L’auspicio umano è che ancora una volta possa dimostrare, con la verità giudiziaria (che necessariamente non è quella reale), di essere un innocente; tra gli italiani ‘perseguitati’ dalla giustizia. Una giustizia che deve essere certo riformata, ma a favore dei cittadini onesti. Magari non necessariamente ricevuti in udienza privata da un papa dichiarato beato e santo. (L.C.) 

 

 


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