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Liguria e Basso Piemonte

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La variante di Capo Noli, un’ultima estrema unzione che durerà 22 mesi


Immaginate, dentro Noli, 15 camion che ogni giorno, per almeno 600 giorni, compiono ognuno tre viaggi (andata e ritorno) per trasportare terre e rocce, 6 autobetoniere che compiono 12 viaggi (sempre andata e ritorno) al giorno per almeno 600 giorni, un camion che trasporta l’acciaio per 200 giorni con due viaggi al giorno (sempre andata e ritorno) più innumerevoli altri mezzi di supporto e i mezzi delle maestranze. Sarebbe una vera devastazione, che coinvolgerebbe tutto l’abitato di Noli, da levante a ponente. Purtroppo non è fantasia, ma dati concreti tratti dallo studio di impatto ambientale del  progetto per la realizzazione del tunnel di Capo Noli.

 

Il progetto di variante  di tracciato alla SS1 Aurelia – Capo Noli prevede infatti che lo scavo della galleria avvenga unicamente dal lato Noli, dove saranno disposti due cantieri, nelle parti opposte dell’abitato: uno in prossimità dell’hotel Capo Noli, l’altro a levante nell’area attualmente adibita a parcheggio (una delle poche rimaste) in zona ex Bagni Nereo – Lega Navale, che sarà utilizzato per la gestione dei materiali di scavo. Dunque, i disagi (anche in termini di inquinamento da polveri, inquinamento acustico e intorbidamento delle acque) saranno unicamente a carico della città di Noli.

La realizzazione dell’opera – si legge sempre nello studio di impatto ambientale – comporterà necessariamente un disagio per la popolazione residente a Noli, in particolare nella stagione turistica”. E inoltre nella relazione sulla cantierizzazione: “Ai disagi creati dalla chiusura al transito, parziale o totale dell’Aurelia, si assocerà il transito dei mezzi per l’approvvigionamento dei materiali edili e la gestione dei materiali di scavo”. Un “disagio”  quindi che inevitabilmente porterà conseguenze sugli operatori turistici e commerciali, nonché sui turisti, di cui però non è stata valutata l’entità.

C’è infatti da rilevare che dall’esame del progetto della galleria nessuna analisi risulta essere stata effettuata sugli effetti del traffico di cantiere e delle problematiche di viabilità interessata da blocchi e limitazioni di velocità sul comune di Noli in termini di turismo, di riduzione del commercio, di code automobilistiche nell’abitato, di extra costo per la manutenzione ordinaria e straordinaria delle strade, di appetibilità e valore degli immobili, di eventuali problemi strutturali per gli immobili ubicati in prossimità dell’imbocco.

A questo punto, dopo la firma della convenzione tra Regione Liguria e Anas, ci chiediamo se gli amministratori comunali sono informati sui concreti e inevitabili problemi connessi alla realizzazione del tunnel e, se sì, perché non hanno ritenuto necessario informarne i cittadini. In sostanza, ci chiediamo se il progetto è stato analizzato e vagliato a sufficienza visto il forte impatto sul territorio nolese nella fase di realizzazione del tunnel. E se è stata fatta un’analisi dettagliata costi-benefici. Insomma, siamo proprio sicuri che la realizzazione di questo progetto porterà reali benefici alla città di Noli?
Anche perché i problemi potrebbero non finire qui, ma trascinarsi per anni, come le note e tristi vicende di via Belvedere e di via IV Novembre insegnano. E anche in questo caso non dobbiamo far altro che leggere con attenzione quanto riportato all’interno del progetto stesso che indica specifici rischi sia di origine idrogeologica (“non si può escludere la presenza di venute idriche anche significative in relazione alla complicazione dell’assetto carsico”, paragrafo 6) sia di origine geotecnica ( “.. il concomitante effetto dell’azione carsica in fasce cataclastiche o milonitiche più o meno estese può causare problematiche esecutive importanti”, paragrafo 8).

Ancora dati concreti, dunque, a fronte dei quali non risulta fornita alcuna valutazione di rischio sull’effettiva realizzabilità dell’opera (non vorremmo che Noli si ritrovasse con un terzo buco irrisolto, dopo i due purtroppo già esistenti) né tanto meno sui ritardi nei tempi di realizzazione che tali rischi comporterebbero. Il documento di progetto “Cronoprogramma dei lavori” indica in 22 mesi il tempo di realizzazione dell’intera opera, ma non esiste in alcuna parte del progetto una valutazione dei possibili ritardi connessi ad eventi dovuti ai potenziali rischi. Rischi reali, documentati nello stesso progetto, che oltre ad allungare in maniera indefinita (e si può ipotizzare anche significativa) i tempi di realizzazione, possono implicare extra costi non quantificati e al momento privi di copertura.

Spiegandoci meglio: il rischio è che il cantiere (che, ricordiamolo, insiste quasi esclusivamente sull’abitato di Noli) possa rimanere bloccato per mancanza di fondi o possa andare avanti con il contagocce, man mano che arrivano i soldi. Soldi che, è bene ricordare, in ultima analisi possono provenire solo da noi contribuenti, attuali o futuri. C’è ancora da considerare – e non è cosa da poco, ma ci pare sia la questione primaria – che  non è stata valutata in modo esaustivo l’efficacia dell’intervento per la soluzione del problema di base (cioè l’interruzione dell’Aurelia) che lo stesso intende risolvere.

Tornando ai dati concreti, e ad una corretta valutazione costi-benefici, c’è da dire che non è stato fatto un calcolo dei giorni di chiusura dell’Aurelia negli ultimi anni nel tratto compreso nel progetto, da rapportare con i giorni di chiusura previsti per la realizzazione del tunnel e con i giorni di chiusura dovuti a frane in luoghi fuori dal tratto in questione. Un solo esempio, ma eclatante e a nostro avviso indice della superficialità e della fretta con cui si è voluto portare a compimento il progetto: il progetto stesso non prende in considerazione la frana del 10 agosto 2013 avvenuta a Malpasso (cioè in un tratto di Aurelia fuori dal tunnel che si vorrebbe realizzare) le cui conseguenze non sarebbero state evitate dalla presenza della galleria prevista nel progetto definitivo.

Insomma, vale la pena devastare un paese, interrompere la circolazione per un numero indefinito di mesi, sostenere una spesa ingente (previsti circa 47 milioni di euro) per risolvere solo parte del problema, e magari ritrovarci ancora con l’Aurelia chiusa, ma in un altro tratto? A questa semplice domanda devono rispondere gli amministratori regionali e in particolare quelli del Comune di Noli.

Li attendiamo e, visto che è anche tempo di elezioni, pensiamo che ogni candidato sindaco su questo debba esprimersi con chiarezza.

Maria Chiara Reale


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