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Albisola Superiore, colori d’Africa di Carrea


Dal 5 al 27 aprile 2014 (“Colori d’Africa” ad Albisola Superiore). Appunti e notazioni a margine d’una mostra

“Colori d’Africa” ad Albisola Superiore

Appunti e notazioni a margine d’una mostra

Ad Albisola Superiore, nell’ampia e ariosa Sala Esposizioni sede dell’Associazione Nazionale Alpini-Gruppo delle Albissole, e con il patrocinio dell’Associazione d’Arte Culturale “il punto” di Genova, sabato 5 aprile 2014, ha avuto luogo l’inaugurazione ufficiale della ricca mostra personale (visitabile fino al 27 aprile) del pittore Gianni Carrea che ha esposto ben trentadue affascinanti e bellissimi dipinti di grandi dimensioni e quasi tutti in policromia. Il vernissage è avvenuto alla presenza dell’Assessore alla Cultura e all’Istruzione Giovanna Rolandi, che ha fatto gli onori di casa e, con bella metafora, ha affermato: “Con le sue importanti mostre al Priamar e ad Albisola, Gianni Carrea è riuscito a porre Savona nel cuore dell’Africa”. Successivamente è stata la volta dell’Assessore all’Artigianato e all’Agricoltura Ciccio Clemente che ha asserito: “Dopo aver visto la rassegna al Priamar, ho voluto fortemente portare ad Albisola le opere dell’artista Gianni Carrea che tanto mi aveva impressionato per la sua bravura; per questo, a suo tempo, mi sono fatto fautore e promotore dell’avvenimento artistico oggi in atto”.

Ha preso la parola il sindaco di Albisola Marina Nicolò Vincenzi che ha dichiarato: “Sono veramente lieto di poter ospitare l’odierna manifestazione che unisce arte, cultura e solidarietà”. Il capogruppo Gruppo Sergio Ternavasio, come padrone di casa, ha dato il benvenuto alle Autorità e ai numerosi intervenuti, dicendosi felice di accogliere tutti i presenti nella sede albissolese degli alpini e annunciando che l’accoglienza sarebbe stata completata da un rinfresco a base di “tipiche focaccette del luogo, salame e pancetta, il tutto condito da un buon bicchiere di vino”.

Il pittore Gianni Carrea non ha inteso prendere la parola in quanto visibilmente commosso per la recentissima scomparsa di Germano Beringheli, che avrebbe dovuto (e come ci teneva!) essere presente ad illustrare proprio quell’arte di Carrea che – come l’illustre critico d’arte ha fatto in tempo a motivare sull’accurato catalogo – incarna l’eccelsa capacità di (sono le precise parole del critico scomparso) “rifare con l’esercizio pittorico e ai modi dell’Iperrealismo ciò che la resa veristica del mezzo fotografico aveva concesso alle sue percezioni”. Dopo le parole di rito, ma sentite, delle autorità istituzionali davanti al numeroso pubblico – sia locale che proveniente da Savona, da Genova e da altre località viciniori – che affollava lo spazioso locale della mostra, ha preso la parola il critico d’arte Luciano Caprile che ha inteso, innanzitutto, rendere omaggio al collega scomparso.

Venendo a dire della personale, Caprile ha ricordato come Carrea, già allievo formatosi alla scuola dell’iperrealismo di Aurelio Caminati, si esprime attraverso un’intensa pittura del reale proponendo: – da un lato “animali per  metà disegnati e per metà dipinti” – talvolta policromi, talvolta in bianco e nero – che suscitano e si fanno espressioni emozionali locate in spazi visivamente vuoti, ma risultanti invece circonfusi d’un’atmosfera che sa d’Africa; – dall’altro figure umane di nativi, uomini o donne fieri nella loro alterezza e così ben definiti tal che “da colpi di colore diventano colpi di emozione”; e gli occhi, gli sguardi, ogni altro dettaglio sono in grado di catturare – e lo catturano – lo spettatore per sospingerlo verso l’infinito delle radure africane “ricercando – come suggeriscono le parole stesse di Carrea – le impossibili atmosfere di quei rossi accesissimi ed improbabili in altri continenti” che non siano l’amatissima Africa. Infatti nei dipinti di “nativi e animali”, che furoreggiano di colore e di colori, “Carrea trasferisce – è Caprile a sostenerlo – i propri sentimenti cosicché noi vediamo il quadro, ma il quadro vede noi. E siamo noi come osservatori – anche Duchamp l’ha detto – che facciamo l’opera.” Invitando i presenti ad osservare con attento interesse le opere esposte, con competenti e appropriate parole Luciano Caprile conclude le sue notazioni critiche ed evidenziando come “dal punto di vista della  tecnica l’opera di Carrea assume primaria importanza e conferma nel contempo indubbie capacità esecutive.”

E per meglio esprimere e sintetizzare il giudizio sull’opera di Carrea occorre, nel passare in rassegna i dipinti, comprendere e memorizzare i titoli che il pittore assegna con scrupolosa precisione alle sue opere: anche così si entra in pieno contatto con la profondità del suo essere artista a tutto tondo e che non si contenta di rappresentare/creare isolate immagini di animali e nativi sulla tela. Tali titoli, in quanto perfetta fusione tra zoomorfo e antropomorfo, inseguono idealmente e mettono l’osservatore/interlocutore in grado di comprendere quegli aspetti dell’artistica trasformazione tanto degli animali quanto dei nativi, quali essi siano, in qualcosa di essenziale (e, direi, di spirituale). Perché, sia chiaro, con fatica certosina e con stile raffinatissimo, Carrea non solo ha voluto, ma sicuramente ha saputo cogliere e mettere in colore sulla tela, come lui scrive presentandosi, quei “sogni d’Africa esplorati con l’anima e poco con lo sguardo, ma nitidi e precisi”. In polemica conclusione non venitemi a dire che sono sempre gli stessi perché così io rispondo a quella persona, l’ho sentita io, che diceva al vicino: “Ma sono sempre gli stessi!”. Eh, no, signore mio! Animali ed esseri umani, anche se dipinti, mutano e si trasformano a seconda dell’ambiente in cui vengono esposti (e questo di Albisola era ideale), ma soprattutto a seconda del momento psicologico con cui l’osservatore si pone davanti al prodotto artistico e lo guarda, lasciandosi guardare.

MOSTRE PERSONALI

La personale in corso ad Albisola Superiore è la trentesima nella quarantennale carriera artistica di Gianni Carrea che ha avuto il suo inizio nel lontano 1974 alla Galleria “Arte Tre” di Genova e in seguito per altre dieci volte in altrettante Gallerie della sua città, come qui di seguito riportato: 1975/“Fiasella”, 1978 e 1983/“Rotta”, 1979 e 1981/“Galleriaforma”, 2009/“Il Punto”, 2010/“Museo Civico di Storia Naturale”, 2011/“Centro Civico Buranello”, 2012/“Municipio 3, Galleria Civica”, 2013/“Villa Imperiale, Sala Cambiaso”.

L’impegnata e impegnativa, di lunga durata e prestigiosa carriera artistica, del nostro si è sviluppata ed estesa anche all’estero:

* in Svizzera a Friburgo: 1990/“Galleria Civica dell’Università”;

e in numerose Gallerie sparse per tutt’Italia di cui si dà conto regione per regione:

* in Lombardia a Milano: 1976/“San Fedele”, 1977/“Variazioni”, 1980/“Diagramma”; a Bergamo: 1977“Fumagalli”; a Pavia: 1985/“Università-Collegio Cairoli”;

* in Toscana a Firenze: 1977/“Inquadrature,33”;

* in Basilicata a Matera: 1977 e 1985/“Studio Arti Visive”;

* in Emilia a Ferrara:1978/“Galleria Civica Palazzo dei Diamanti”;

* in Liguria a Portofino: 1980/“Galleria Civica d’Arte Moderna”; a Savona: 2011, 2012 e 2013/“Fortezza del Priamar- Galleria Civica”; ad Albisola Superiore: 2014/“Sede A.N.A. Gruppo delle Albisole”;

* in Piemonte a Serravalle Scrivia (Al), suo luogo natale: 1983/“Sala Comunale d’Arte”; ad Alessandria: 2010/“Galleria Civica Mondadori”;

* nel Lazio a Latina 1986/“StudioA.A.A.A.”;

* in Campania a Napoli:1987/“Sala Castel dell’Ovo”.

Con l’avallo di molti altri importanti studiosi, critici d’arte e galleristi, tra i quali mi limito a ricordare Gian Franco Bruno, Franco Farina, Enrico Crispolti, Paolo Minetti, A.M. Pero, Luciano Caprile, il notissimo critico d’arte Germano Beringheli, a partire dai primi anni settanta del secolo scorso e fino a quest’ultima mostra personale, ha dimostrato di essere primario sostenitore della pittura di Gianni Carrea, curando e occupandosi di ben ventidue sue mostre personali su un totale di trenta.

Fino all’ultimo egli ha voluto esprimere il massimo apprezzamento per la pittura di Gianni Carrea tanto da aver predisposto la curatela anche di quest’ultima sua mostra personale, quella in corso appunto ad Albisola Superiore, che secondo il critico genovese “non può non essere altro se non più che opportuna” e per la quale ha lasciato scritto una pagina di alta sensibilità interpretativa e di notevole valore critico che la motiva perché – riporto le sue parole – “dà conto di una presenza artistica ampiamente riconosciuta in ambiti nazionali”.

Benito Poggio



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B. Poggio

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