Trucioli

Liguria e Basso Piemonte

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La ‘dieta’ dei Berlusconi ai loro giornalisti. E censura per inchiesta su figlio deputato Pdl


Nuovo stato di crisi in vista a ‘Il Giornale’ dell’area Berlusconiana’. L’editore chiuderà in rosso anche il 2013. Il quotidiano di Paolo Berlusconi preoccupa per i continui bilanci in perdita: la sua casa editrice See si aspetta di terminare il 2013 in negativo di circa 3,5 milioni di euro e prevede anche un 2014 con segno meno. Su oltre cento giornalisti ne verranno prepensionati 23. Alessandro Sallusti, tenace direttore, non molti mesi fa poteva svelare in tivù che lui guadagna solo 18 mila euro al mese netti. Ma senza andare lontano, l’edizione della Liguria, con le province di Savona, Imperia e il Levante affidati a ‘privati’, vede a Genova con un ‘capo’ che poteva vantare un costo di 180 mila euro l’anno (2012). In compenso l’edizione ‘spaccheccata’ – anche in Piemonte – vede redattori a 1500 € mensili (netti), dipendenti di Srl che puntano tutto sulla pubblicità. Il grande condottiero di Forza Italia è coerente come in politica, unico caso in Europa.

di Camillo Dimitri
Il Fattoquotidiano 15/2/2014

Nuovo stato di crisi in arrivo a Il Giornale della famiglia Berlusconi. Il quotidiano diretto da Alessandro Sallusti preoccupa per i continui bilanci in rosso: la sua casa editrice See (Società europea di edizioni) si aspetta di chiudere il 2013 con una perdita di circa 3,5 milioni di euro e, visti i chiari di luna sulle vendite di copie e quelle degli spazi pubblicitari, prevede anche un 2014 in rosso. Per questo motivo l’azienda che fa capo a Paolo Berlusconi e che tra i suoi consiglieri conta anche il presidente Mediaset Fedele Confalonieri e il direttore generale dell’informazione del Biscione, Mauro Crippa, ha deciso di ricorrere ancora una volta allo stato di crisi. Per ridurre il numero dei giornalisti in redazione, su oltre cento ne verranno prepensionati 23. Si tratta del terzo stato di crisi che la See avvia; l’ultimo in ordine temporale è durato due anni ed è terminato alla fine del 2012. Unico intoppo ai piani aziendali è la disponibilità incerta delle risorse per le quali non c’è solo la See in coda. Paolo Berlusconi ha deciso di fare ricorso nuovamente allo stato di crisi dopo che anche il 2012, il 2011 e il 2010 si erano chiusi in perdita, rispettivamente a -2,9 milioni, -4,3 milioni e quasi -9 milioni di euro.

Poco sono serviti allora i precedenti stati di crisi e sembra non sarà sufficiente il recente aumento di prezzo che ha portato il costo del quotidiano di via Negri a Milano da 1,2 a 1,3 euro (in questo in buona compagnia con altre testate che avevano deciso il rincaro ad agosto e addirittura il Corriere della Sera è salito fino a 1,4 euro da quest’anno). Nel 2014 i conti dovrebbero iniziare a essere alleggeriti anche da altre riduzioni sulle spese del personale, quelle provenienti dai prepensionamenti che l’azienda sta già attuando tra i poligrafici, mentre la struttura dei costi ha beneficiato l’anno scorso della cessione dell’ultima redazione regionale che le rimaneva (Roma esclusa), quella di Genova. La sede distaccata è passata al Polo grafico del Piemonte con tanto di lavoratori annessi nella transazione, un’operazione giudicata per questo “illegittima, fuori dal contratto”, senza “precedenti nella storia dell’editoria italiana” secondo il sindacato dei giornalisti, la Fnsi, che tuttavia ha fatto scuola per esempio al Sole 24 Ore.

Il gruppo confindustriale di Giorgio Squinzi ha venduto a Tecniche Nuove le riviste specializzate della divisione Business Media e con esse oltre cento dipendenti (di cui 41 giornalisti). Adesso questi lavoratori sono finiti in una controllata del gruppo, come ha reso noto llo stesso sindacato, che “verrà interessata da una ristrutturazione in presenza di esuberi in tempi molto ravvicinati”. A Il Giornale, comunque, la dieta è appena cominciata e non risparmia nemmeno la carta su cui vengono stampati gli articoli: il numero di pagine è già calato. Nuovo stato di crisi in vista a ‘Il Giornale’. L’editore chiuderà in rosso anche il 2013

LEGGI CASO DI PRESUNTA CENSURA: INDAGATO FIGLIO DI DEPUTATO DI FORZA ITALIA 

“l’Ora della Calabria” rifiuta la censura e non esce “per un guasto alle rotative”. Il direttore Luciano Regolo denuncia “pressioni per impedire la pubblicazione di un pezzo sul figlio del senatore Tonino Gentile”. La preoccupazione dell’Ordine e della Fnsi di www.giornalisticalabria.it – Rende (Cs), 19 febbraio 2014.  Ieri notte si è consumato un fatto gravissimo per la libertà di stampa, la violazione delle più elementari regole della democrazia e del vivere civile. Ultimata la lavorazione del giornale, a tarda ora, l’Editore mi ha chiesto se non fosse possibile ritirare dalla pubblicazione l’articolo relativo all’indagine in corso sul figlio del senatore Tonino Gentile, Andrea, al quale sono contestati i reati di abuso d’ufficio, falso ideologico e associazione a delinquere nell’ambito del caso Asp. Di fronte alla mia insistenza, nella difesa del diritto di cronaca, ho minacciato all’Editore stesso le mie dimissioni qualora fossi stato costretto a modificare il giornale, vanificando il mio lavoro e quello dei miei colleghi. Mentre discutevamo di questo, in mia presenza e in viva voce, l’editore ha ricevuto la telefonata del nostro stampatore Umberto De Rose, il quale, ponendosi come “mediatore” della famiglia Gentile, faceva ulteriori pressioni per convincerlo a non pubblicare la notizia, ricordandogli che «il cinghiale, quando viene ferito, ammazza tutti». Avendo io ribadito all’Editore che non intendevo in alcun modo censurare ciò che era stato scritto, ci siamo salutati. Così De Rose, dopo avere chiamato insistentemente la redazione, soltanto alle due di notte ha fatto sapere che il giornale non poteva andare in stampa per un guasto alle rotative. E’ evidente che si è trattata di un’azione intollerabile e ingiusta, e aspetto serenamente che la Procura di Cosenza mi convochi per produrre la documentazione in mio possesso riguardo alle pressioni che Gentile, per interposta persona, ha effettuato per evitare che fosse divulgata l’indagine sul conto di suo figlio.  – Luciano Regolo – direttore de “l’Ora della Calabria”.

L’articolo di Repubblica 

Editoria. SIDDI E PARISI: PREOCCUPA E ALLARMA LA VICENDA DELL’ORA DELLA CALABRIA.

ROMA, 19 FEBBRIO 2014.  FNSI E SINDACATO giornalisti DELLA CALABRIA DENUNCIANO CON “PREOCCUPAZIONE E ALLARME LA VICENDA DELLA MANCATA PUBBLICAZIONE DELL’ORA DELLA CALABRIA E SI PONGONO AL FIANCO  DEI COLLEGHI DEL GIORNALE E DEI CITTADINI CHE HANNO BISOGNO DI UNA STAMPA LIBERA DA CONDIZIONAMENTI, DA CENSURE E DA QUALSIASI FORMA DI PRESSIONE IMPROPRIA E INTIMIDAZIONE”. E’ QUANTO SI LEGGE IN UNA NOTA DEL SEGRETARIO GENERALE DELLA FEDERAZIONE NAZIONALE DELLA STAMPA ITALIANA, FRANCO SIDDI, E DEL VICESEGRETARIO DELLA FNSI E SEGRETARIO DEL SINDACATO DEI giornalisti DELLA CALABRIA, CARLO PARISI. UNA VICENDA CHE DEFINISCONO “UN INCIDENTE INQUIETANTE ALLE ROTATIVE, CHE HA IMPEDITO LA STAMPA IERI NOTTE E LA DIFFUSIONE OGGI DEL QUOTIDIANO L’ORA DELLA CALABRIA” E CHE “GETTA UNA LUCE SINISTRA SUI PROCESSI DELL’INFORMAZIONE NELLA REGIONE”, TANTO CHE FNSI E SINDACATO giornalisti DELLA CALABRIA, CHIEDONO “AD ALTA VOCE ALLE AUTORITA’ PREPOSTE CHE SI FACCIA PRESTO CHIAREZZA SULL’ACCADUTO E SI POSSA RESTITUIRE SERENITA’ A CHI FA INFORMAZIONE NELLA REGIONE, PERCHE’  L’INCIDENTE, SE C’E’ STATO DAVVERO, E’ ACCOMPAGNATO DA TROPPE  CIRCOSTANZE AMBIGUE SE NON OBLIQUE”.       “RICOSTRUIRE LA VICENDA VALE FORSE PIU’ DI OGNI TIMORE E DI OGNI GIUDIZIO – PROSEGUONO – IL DIRETTORE DEL GIORNALE, LUCIANO REGOLO, HA INFATTI DENUNCIATO PRESSIONI PERCHE’ FOSSE CENSURATO UN ARTICOLO SU UNA INDAGINE RELATIVA AL FIGLIO DEL SENATORE TONINO GENTILE, ANDREA, SOTTO INCHIESTA PER PRESUNTO ABUSO D’UFFICIO, FALSO IDEOLOGICO E ASSOCIAZIONE A DELINQUERE SUL COSIDDETTO CASO DELL’AZIENDA SANITARIA  PROVINCIALE DI COSENZA. UNA DISCUSSIONE, SU QUESTO PUNTO, TRA IL DIRETTORE E L’EDITORE SAREBBE STATA INFRAMMEZZATA DALLA TELEFONATA DI UNO STAMPATORE, CHE AVREBBE TENTATO DI CONVINCERLO A NON PUBBLICARE LA NOTIZIA, CON UNA METAFORA SOLITAMENTE USATA PER INDICARE UN RISCHIO GRAVE PER LE PERSONE CHE SI TROVANO DAVANTI UN ‘CINGHIALE FERITO'”. FATTO E’ CHE ALLE DUE DELLA NOTTE, AGGIUNGONO SIDDI E PARISI,  “LO STAMPATORE AVREBBE COMUNICATO L’IMPOSSIBILITA’ A MANDARE IN STAMPA IL GIORNALE PER UN IMPROVVISO GUASTO ALLE ROTATIVE. L’EDITORE, ALFREDO CITRIGNO, NEGA CENSURE E DICE DI AVER SOLO CHIESTO AL DIRETTORE LA  VERIFICA ACCURATA SULLA FONDATEZZA DELLE NOTIZIE SUL FIGLIO DEL  SENATORE GENTILE. LO STAMPATORE, UMBERTO DE ROSE, REPLICA NEGANDO QUALSIASI INTERVENTO PREVENTIVO E QUALSIASI SIMULAZIONE DI INCIDENTE ALLE ROTATIVE. IL COMITATO DI REDAZIONE MANIFESTA ‘SDEGNO PER LE PRESSIONI SUBITE DAL GIORNALE CHE NE HANNO IMPEDITO LA PUBBLICAZIONE’. CE N’E’ ABBASTANZA, INSOMMA, PER PENSARE SERIAMENTE AI RISCHI DELLA  LIBERTA’ DI STAMPA E PER PENSARE ANCHE AD ALTRO. NON VORREMMO TROVARCI UN GIORNO AD APPRENDERE CHE, EFFETTIVAMENTE, ‘A PENSAR MALE SI FA PECCATO, MA QUALCHE VOLTA, CI SI AZZECCA’, SECONDO IL DETTO DI  ANDREOTTIANA MEMORIA”.  (ADNKRONOS)

 

EditoriA, ORA CALABRIA. SOLURI: “DEGRADO dell’editoriA CALABRESE”

 

Catanzaro, 19 febbraio 2014. “LA VICENDA CHE HA COINVOLTO L’ORA DELLA CALABRIA, E LE PRESSIONI CHE IL DIRETTORE RESPONSABILE DEL GIORNALE, LUCIANO REGOLO, AFFERMA DI AVERE SUBITO DAL SUO EDITORE E, ATTRAVERSO LO STESSO EDITORE, ANCHE DALLO STAMPATORE, RAPPRESENTANO PLASTICAMENTE LA SITUAZIONE DI DIFFICOLTA’, DI DEBOLEZZA E, IN QUALCHE CASO, DI DEGRADO IN CUI SI MUOVE L’editoriA CALABRESE”. LO AFFERMA, IN UNA NOTA, IL PRESIDENTE DELL’ORDINE DEI giornalisti DELLA CALABRIA, GIUSEPPE SOLURI.    “NELL’OCCASIONE REGOLO – AGGIUNGE – HA DENUNCIATO IL FATTO ED HA RESISTITO ALLE PRESSIONI, E NON POSSIAMO CHE ESSERE FELICI DI QUESTO. IL FATTO CONFERMA PERO’, PURTROPPO, CHE QUANDO LA PROPRIETA’ DI UN GIORNALE E’ LEGATA AD INTERESSI NON SOLO editoriALI MA ANCHE IN QUALCHE MISURA DIRETTAMENTE DIPENDENTI DA SCELTE POLITICHE, E’ FACILE IMMAGINARE A QUALI E QUANTE PRESSIONI UN DIRETTORE O UNA REDAZIONE SIANO QUOTIDIANAMENTE SOTTOPOSTI E QUANTO SIA DIFFICILE DIFENDERE LO SPAZIO DI LIBERTA’ CHE LA STAMPA DEVE AVERE. NEL RIAFFERMARE IL DIRITTO DEI giornalisti A NON ESSERE SOTTOPOSTI A PRESSIONI O CENSURE DI ALCUN GENERE DA PARTE DI CHICCHESSIA ED IL DIRITTO DEI DIRETTORI DEI GIORNALI DI ESSERI INTERPRETI DELLA LINEA editoriALE CONCORDATA CON GLI editori E NON CERTO GLI ‘INSABBIATORI’ DI QUESTA O QUELLANOTIZIA, L’ORDINE DEI giornalisti DELLA CALABRIA RIBADISCE LA NECESSITA’ CHE I giornalisti ABBIANO SEMPRE E SOLTANTO LA PROPRIA COSCIENZA, IL PROPRIO SENSO DI RESPONSABILITA’ E LA PROPRIA DEONTOLOGIA PROFESSIONALE COME PUNTI DI RIFERIMENTO NELLO SVOLGIMENTO DEL LORO DIFFICILE LAVORO”.    “LA LIBERTA’ DI STAMPA – CONCLUDE SOLURI – PASSA ATTRAVERSO QUESTI PUNTI FERMI E NON PUO’ TOLLERARE INTRUSIONI O PRESSIONI DI ALCUN GENERE”. (ANSA).



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