Trucioli

Liguria e Basso Piemonte

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Ai morti elogio d’obbligo, ma a Borghetto il giornalino del Comune incensa il suo Barone


La ‘rapallizzazione’ di Borghetto S. Spirito che, tra gli anni ’60 e 70, fu descritta  e raccontata da inviati speciali di quotidiani a diffusione nazionale e regionale merita un ‘colpo di spugna’? E’ stata benefica, educativa, da imitare ed indicare alle future generazioni o una ‘disgrazia’, una ‘calamità’ che ha arricchito un manipolo di persone e snaturato l’economia, il tessuto sociale per secoli? Non tutto il male vien per nuocere, recita un antico detto, ma a Borghetto – non è un’eccezione – c’è un dramma che ha sfigurato e pregiudicato tante potenzialità. Non è stato fioriere di cambiamenti radicali. Quando si era affacciata la ‘primavera’ della svolta, con il sindaco Riccardo Badino, è stata sopraffatta. Gran parte delle ragioni si conoscono, altre meno e soltanto lui ha la memoria storica e la capacità di spiegare. Invece Badino si è di fatto messo da parte, dimenticato.   Fa il dirigente scolastico di un vasto comprensorio.

Il giornalino comunale che in molti centri è stato ‘abolito’, è un formidabile strumento di informazione e disinformazione, soprattutto quando non si danno le notizie oppure non si approfondiscono. Quasi sempre, anzi senza quasi, diventa portavoce della giunta comunale, più spesso del sindaco, dell’esibizionismo e dell’idolatria. Un ottimo veicolo ‘promozionale’ per il popolino, per chi solitamente non legge giornali e cronache locali. Per la  diffusione di stampa e web bisogna tenere conto il fattore pubblicità e vendite, favorisce il sistema di fare informazione senza approfondire, mettere a confronto ieri e oggi.

La Spagna, per anni, è stata un Paese di retroguardia rispetto all’Italia, poi il boom e ci ha superato almeno sul fronte delle infrastrutture pubbliche, ci raggiunti nel campo della speculazione edile, ci ha sorpassato nell’industria turistica, in particolare alberghiera. E’ rimasta peggio di noi (nel 2013) sul fronte delle statistiche della disoccupazione, ma la crisi in quella Repubblica ‘monarchica’ non ha scalfito la diffusione (vendite in edicola) dei quotidiani e settimanali, contrariamente al crollo avvenuto in Italia. Il motivo è indicato da alcuni autorevoli osservatori nel fatto che  nel Bel Paese l’informazione è libera, ma condizionata da molti, troppi fattori. I maggiori gruppi editoriali sono legati ad interessi imprenditoriali (Fiat, Belusconi, De Benedetti, Caltagirone) e Finanziari (grandi banche). Sta di fatto che ‘giornali meno liberi’, con meno inchieste ed approfondimenti, hanno influenzato il trend negativo vendite-pubblicità con conseguenti problemi di bilancio. Riduzione drastica di organici.

Potevano sfuggire a ‘logiche perverse’ i giornalini comunali? Per chi non ha memoria storica ricordiamo solo che in provincia di Savona, da Noli ad Andora, c’era un piccolo gruppo editoriale che faceva incetta, pur con indiscutibili qualità giornalistiche del suo promotore (pace all’anima sua), di mensili, trimestrali, semestrali, periodici. Utilizzava giovanissimi e spesso valenti collaboratori con la passione del giornalismo. Un editore che, negli anni, ha avuto problemi famigliari, in qualche caso inconciliabili. Parliamo dei rapporti economici con gli ente pubblici. Coinvolta anche la Cooperativa Ortofrutticola di Albenga, la Coldiretti del ponente ed altre realtà associative. Si era arrivati a 17 pubblicazioni. L’utilità e l’indipendenza aveva un comune denominatore: il Comune mi paga e non scontento il ‘padrone di turno’, il presidente di questo o quell’ente, questa o quella associazione.

Un utile escursus, una testimonianza di fatti non di opinioni. In qualche caso il giornalino è cessato. A Pietra Ligure una delle isole scampate all’assedio, per motivi di bilancio, è cessata l’edizione cartacea e rimane quella web, coordinata e diretta da un dipendente comunale che, nei limiti, cerca di fare il suo meglio. Loano è affidata alla voce, poco indipendente ed allineata al potere locale del Comune, della storica “Gazzetta di Loano“, con un finanziamento pubblico all’Associazione che fa da editrice. Il contenuto è pregevole sul fronte storico, carente o inesistente il confronto a più voci sulle tematiche di maggiore peso sociale ed economico, sulla cultura della ‘informazione indipendente’ da schieramenti e da gruppi di pressione.

Il ‘caso Borghetto S. Spirito’ che conosciamo superficialmente, è legato all’articolo affidato e firmato da Michele Manera, ex consigliere della Sca di Alassio, entrato nello staff del sindaco Gandolfo eletto in una ibrida coalizione di centro sinistra. Origine alassina, figlio di un compianto bravo necroforo del Comune di Alassio; Manera dapprima indossa la divisa di vigile urbano, poi passa all’anagrafe e si trova al centro (sindaco Malpangotto) dell’avvio dell’informatizzazione del servizio; sarebbe stato proprio lui il fautore dell’ammodernamento. Ci sono racconti su alcuni episodi accaduti in quel periodo, ma sono contrastanti e non resta che approfondire.

Michele Manera, tra i suoi meriti più o meno recenti,  ha quello di responsabile del Servizio di Protezione Civile del Comune, con reperibilità della squadra 24 ore su 24 e dal 13 gennaio 2009 presenti con una sobria pagina web, l’immagine dei volontari, numeri di telefono ed il responsabile del coordinamento pratico.

Un sito internet racconta la brillante carriera, al limite dell’umana ambizione, di Michele Manera nel mondo degli arbitri di calcio in Liguria. Gli ambiti premi e riconoscimenti che gli vengono assegnati negli anni: dal Fischietto d’Oro  del ’91-92 (Il Secolo XIX),  al Premio Luciano Lupi (2007), all’Arbitro Benemerito dell’A.I.A. (associazione arbitrale). E’ segretario della sezione arbitri di Albenga e nel 2012 riceve l’ambito premio Carlo Geddo, il più importante assegnato alla ‘Giacchette Nere’ della Liguria.  E’ tra gli organizzatori di un convegno tematico che si è tenuto nel ‘casa vacanza’ di Santa Maria Belfiore di Peagna.  La frazione dove ha scelto di abitare con la famiglia, in regione Capriolo ed è molto apprezzato per la fattiva collaborazione quando il paese, ‘capitale del libro in Liguria‘, da vita a manifestazioni religiose, a feste e sagre.  A Peagna lo chiamo il ‘diacono’.  In passato, ad Alassio, aveva frequentato la chiesa di San Francesco.

E’ con questo ammirevole bagaglio che a Michele Manera il sindaco di Borghetto (o chi per lui) ha affidato d scrivere il ‘ricordo del sindaco Barone‘: ora definito un ‘saggio moderato‘, ora ‘un benestante che non ha mai fatto sfoggio’, oppure ‘un cittadino qualunque per 11 anni primo cittadino‘, ‘considerato anche dai suoi avversari‘.  I padri del giornalismo, ma non è questo il momento del discerne e salire in cattedra, insegnano che occorre possibilmente vedere la medaglia con le due facce, quella positiva e negativa. E’ vero, quando si piange un morto meglio evitare certi ricordi. Ma da un organo di informazione pubblica, pagato con il denaro dei contribuenti (evasori esclusi), si poteva ospitare l’articolo di Manera e contestualmente invitare un altro borghettino – di opinioni diverse e non mancano – a descrivere l’altra campana.

Ci permettiamo, pur senza pretese di essere i detentori di verità, a sottoporre quanto ha scritto trucioli.it (vedi….) in occasione  dell’addio al maestro Barone, già sindaco, già tra i potenti (per anni) di questa sfortunata cittadina alla quale tanti cittadini, decenni or sono, affidarono i risparmi della liquidazione in fabbrica. Si sono ritrovati in un groviglio disordinato, non pianificato e programmato, di palazzi, case, strade, parcheggi e dove le nuove generazioni (eredi)  si trovano a convivere con molte difficoltà. Tra i borghettini, indigeni o immigrati, quello che doveva essere il ‘miracolo urbanistico’, l’esplosione commerciale, alberghiera, turistica, ha finito per premiare poche decine di fortunati: dai proprietari terrieri, ai Bagni Marini, agli immobiliaristi-affaristi attratti dalla vocazione politica ed amministrativa, a pochi intraprendenti professionisti. E, aggiungiamo, qualche fortunato erede di immobili e terreni diventati edificabili, o premiati da varianti urbanistiche ad hoc.  E’ continuata ad essere assente, anche per incapacità e colpa della sinistra, una classe dirigente che alle infinite discussioni prediligesse il ‘quello che dice fa’. Il coraggio, una volta eletti, di fare squadra e prendere se il caso decisioni impopolari, dopo una capillare opera di informazione.

A nostro modesto parere la giunta e la maggioranza assai poco illuminata del primo cittadino Gandolfo – che sarà giudicata da cittadini/elettori , i quali si meritano gli amministratori  scelti –  nel ricordo di un personaggio controverso e discusso come Barone, poteva dare un segnale di saggezza, soprattutto di indipendenza, equidistanza. Possiamo, inoltre, aggiungere l’atteggiamento di totale disfatta nel doloroso ‘dramma’ del vice sindaco Stefania Maritano. L’esperienza di vita e di vecchio cronista di strada ci insegna che ‘il tempo è galantuomo’.

Luciano Corrado 

  

 


L.Corrado

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