Trucioli

Liguria e Basso Piemonte

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Sergio Paglieri, giornalista. Pietra Ligure ha perso un amico, non se n’è accorta ?


Un vero signore colto, nelle parole, nella vita, sul lavoro, soprattutto con i giovani colleghi, gli ‘ultimi’. Non ero in Italia quando Sergio Paglieri ha chiuso i suoi occhi, buoni e penetranti. Ho letto, commosso, il ricordo-ritratto nella interessante rubrica “Se ne sono andati“, curata da Massimiliano Salvo su la Repubblica- Liguria. Una piccola lacuna. Sergio era affezionato a Pietra Ligure. La moglie, Graziana, archeologa e professoressa, era figlia del prof. Gaetano Grosso che, a metà anni ’70, è stato assessore e consigliere comunale. Un cittadino rigoroso, autore di una ricerca sulle origini (dal 1580) delle famiglie Rembado e De Vincenzi della frazione Ranzi. Ebbene, Sergio, giornalista a 31 anni, non ha mai interferito;  né in modo diretto, né per interposta persona come spesso accade nella vita di un giornale. Prima da corrispondente, poi da cronista ho affrontato tematiche che coinvolgevano l’assessore Grosso.

Due episodi significativi su tutti.  Nel febbraio del ’76 a Palazzo Golli, sede del Municipio, esplose il putiferio durante il mandato del sindaco Aldo Morello (risulterà iscritto ad una loggia massonica di Piazza del Gesù) per quello che veniva definito il ‘giallo della spiaggia’.  Concessa ai privati dalla Capitaneria di porto di Savona (anni in cui alcuni comandanti potevano permettersi a fine servizio una villa da sogno),  mentre agli atti del Comune non c’era traccia del benestare del sindaco.  Al protocollo comunale non risultava registrata la concessione a Anna Maria Navarra e Caterina Taramasso.  Ma il sindaco Morello era firmatario in calce alla concessione della Capitaneria.  L’allora segretario comunale, Dante Olio, che ha lasciato un ottimo ricordo, dichiarava al Secolo XIX che la macchina da scrivere per il ‘nulla osta del sindaco’ non figurava in dotazione agli uffici comunali.

Beneficiari della concessione (la famiglia Pier Santo Navarra, stimato direttore dell’Azienda di Soggiorno ) convocarono il corrispondente e diedero la loro versione: “Nel mese di luglio, nell’ufficio del segretario comunale, alla presenza del sindaco Morello, degli assessori Giacomo Patrone e Gaetano Grosso (nella fotina), sono stati apposti i timbri tondi sulla nostra domanda e sulla planimetria. Questa verità il sindaco, il segretario, gli assessori dovevano dirla ai consiglieri comunali nella seduta pubblica che trattava di un’interpellanza ad hoc dei consiglieri di minoranza, capeggiati da Giovanni Lorenza del Pci, presidente della Commissione  spiagge”.

Ebbene di fronte ad un caso spinoso, finito anche al vaglio dell’autorità giudiziaria (non conosciamo l’esito), con titoloni sul giornale e tanto di foto, Sergio evitò scrupolosamente di farsi portavoce delle lagnanze del suocero, assessore. Sta di fatto che con Patrone si rivolsero ad un avvocato, Elio Palelogo, e l’11 marzo del 1976 fu pubblicata una precisazione di 25 righe su una colonna: “…Grosso e Patrone ribadiscono che erano all’oscuro della vicenda…”.

Altro caso di rettitudine di Sergio. Nel dicembre ’75, vice sindaco  Psi, Tommaso Amandola, Pietra si era trovata nell’occhio del ciclone per l’incredibile caos, cosi scriveva il Decimonono, dell’industria del cemento  esplosa nell’ultimo decennio. In quel periodo fu chiamato a reggere le sorti della città un raro galantuomo anche nel lucroso mercato immobiliare,il  dr. Nicolò Tortarolo, fu pure direttore amministrativo del S. Corona negli anni d’oro per i ricoverati e le prestazioni complessive.

Edilizia soggetta a spinte e pressioni fortissime. Per arricchimenti facili  (aree edificabili) e repentini. Era stata incaricata, nel 1972, una commissione col compito di predisporre la revisione del vecchio ed inadeguato strumento urbanistico.  Era composta dal presidente Dc, cav. Edoardo Ciribì, per anni ai vertici della società pubblica che gestiva l’aeroporto di Villanova d’Albenga; dal dottor Spotorno (presidente azienda di soggiorno), Bergallo (frazione Ranzi e coldiretti), Folco (società agricola), Carrara ( ex Psi), Buscaglia (Pci), geom. Folco (ind: Uci), Pisano (Psdi),  Patrone e Grosso (ind. Uci), geom. Venturino e Conio (Dc), geom. Potente (ufficio tecnico comunale).  Progettista incaricato l’architetto Giuliano Forno di Genova.

Nel corso di una delle riunioni esplose un contrasto e (non sappiamo chi) si contestò al prof. Grosso di avere interessi relativi a terreni. E’ probabile che non fosse l’unico, forse da gentiluomo quale era dava fastidio.  Nacque una polemica finita anche in quel caso sul Secolo XIX. Il prof. Grosso, senza intercessione del collega Sergio – al giornale godeva prestigio e considerazione, oltre ad essere ‘capo’ –  preferì confrontarsi direttamente con l’umile corrispondente di provincia. Mise le carte in tavola. “Queste sono le mie proprietà….Se vale per me vale anche per gli altri..Non mi devo nascondere, non ho nulla da temere se non la mia onorabilità verso la quale non transigo…“.

Altri tempi, altra moralità pubblica.  Un ricordo di ammirazione, sincera stima, rimasta negli anni, verso Sergio vero ‘maestro’  e gentiluomo di un giornalismo di redazione solidale prima di tutto. Mai arrogante. Al di là delle appartenenze ideologiche, dalla sua penna, dal suo intuito, dalla sua intuizione e umiltà non si poteva che imparare. A Pietra Ligure aveva dedicato qualche articolo di spessore sul piano storico e culturale. Sergio faceva parte del gruppo di ‘anziani’ ammirevoli, rispettosi, educatissimi, quali Giorgio Bazzali (classe 1929), Roberto Tafani (1936), Claudio Tempo (1937), Gianni Migliorino (1937), Alfredo Livi (1935), Antonio Grottin (1938),  Paolo Saletti (1933).

L. Cor.

PIETRA LIGURE, CONSIGLIO COMUNALE, DALL’ALBUM FOTOGRAFICO DEL VECCHIO CRONISTA

Pietra Ligure, marzo 1976, consiglio comunale ‘caldo’ per un presunto scandalo di una concessione demaniale, tra il pubblico un giovane Riccardo Borgo, esponente del Psi di Bergeggi, da anni un’autorità nazionale nella ‘lobby dei bagni marini’. Si riconoscono il futuro dr. Pastorino. In primo piano  Amandola, Palmarini, Robutti
Una seduta del consiglio comunale quando era sindaco il cav. Salvatore Caltavituro già operaio dei Cantieri Navali Messina e poi albergatore di successo, c’è anche il pro. Grosso ed il dr.  Andrea Robutti

 

  


L.Corrado

L.Corrado

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