Trucioli

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Caffeina per restare svegli / Le ‘brutte malattie’ di Pietro Licalzi


Il dottore: ‘Ma se lei si sente così depresso, perché si è iscritto al PD?’. Licalzi: ‘Mi ero illuso che cambiando aria sarei guarito prima dalle brutte malattie contratte nel PSI savonese, la malaria, la lebbra, la varicella, il morbillo…’

LE ‘BRUTTE MALATTIE’ DI PIETRO LICALZI 
Il dottore: ‘Ma se lei si sente così depresso, perché si è iscritto al PD?’.
Licalzi: ‘Mi ero illuso che cambiando aria sarei guarito prima dalle brutte malattie contratte nel PSI savonese, la malaria, la lebbra, la varicella, il morbillo…’.
Il dottore: ‘E’ un caso preoccupante ma vedrò di farla guarire, per intanto, a proposito di cambiare aria, faccia un salto a Lourdes  e si rilassi per qualche mese, poi vedremo il da farsi. Per la parcella sono 320 euro senza fattura che tanto a lei come ex socialista non serve’.
(Riceviamo e pubblichiamo)
Caro Gigliotti, ma perchè si ostina con i Suoi articoli a predire un futuro al PSI savonese?. Le notizie che ho (iscritta per circa sette anni al partito, ora dimissionaria) sono che dopo la fuga del segretario dr. Licalzi, sono ritornati in pompa magna a dirigere la baracca i soliti noti boiardi con il compiacimento liturgico, il bacio dell’anello, di quei quattro giovani ancora presenti ed evidentemente assonnati. Mi dia retta, non sprechi ulteriormente il Suo tempo, prenda una camomilla o cambi partito, il PD per esempio, dove Lei sarà sicuramente apprezzato. (Maria C. Albissola Capo)
(Risposta )
Gentile Signora se è vero che perdo il mio tempo (per come intende Lei) è anche vero che sono vaccinato e maggiorenne, quindi non si preoccupi per me, mi dispiace deluderla ma non ho alcuna intenzione di cambiare partito, neppure traslocare nel PD dove per altro ho cari amici.
‘IL GIOCO DELL’OCA’ 
Maradona  
Nel momento stesso del ‘gesto dell’ombrello’ fatto da Maradona in diretta TV in riferimento ad Equitalia, da Fazio nella trasmissione ‘che tempo che fa’, dalle finestre di tutta Italia si è udito un boato, ‘gool! gool!.
L’obiettivo magico di Silvio Fasano ha sorpreso Fabio Fazio (di Celle Ligure) nell’attimo del gestaccio delle polemiche dell’ex goleador d’oro Maradona
 
I primi della classe’ 
Non abbiamo nelle nostre TV, private o di Stato, un solo conduttore di programmi politici che non sia sfacciatamente di parte,  ossequioso ai ‘poteri forti’ dai quali s’intuisce è ‘un maggiordomo teleguidato’: che risponda solamente alla propria deontologia professionale, che non sciorini la solita zuppa edulcorata, che non faccia palesare la sua arrendevolezza  consensuale mirata a non suscitare conseguenti difficoltà nella professione .
Alla faccia della televisone intesa come servizio pubblico con questi ‘uomini primi della classe ipocritamente ammantati di libertà di pensiero e azioni’. 
Domanda e risposta 
‘Ma il PD a cosa serve oggi?‘  Risposta ‘a tenere in vita Berlusconi’. 
Inutile ragione 
Nel 1994, con geniale intuizione, Montanelli  ebbe a dire ‘l’Italia di Berlusconi finirà male, malissimo, nella vergogna e nella corruzione e sarà stato inutile avere ragione’. 
‘O magni o fotti’, la scelta dolorosa
I tempi sono cambiati e anche per i politici, per sopravvivere, è necessario adeguarsi se pur dolorosamente, particolarmente ad una certa età, non più magnare e fottere nello stesso tempo ma solo magnare con il rischio comunque di una brutta indigestione e conseguente lavanda gastrica.
LO STERCO DEL DIAVOLO
il vizio dell’origine, ad Atene, Roma, Lisbona, Madrid, soffia il vento della carta moneta di Mefistofele 
(Riceviamo da Claudio Bellavita, Gruppo di Volpedo). Nel Faust l’invenzione della carta-moneta è attribuita a Mefistofele. Freschi di stampa e del prodigio che li ha resi uguali all’oro, i biglietti del diavolo si spandono per il mondo.
Chi se ne impadronisce diventa ricco  e il buffone di corte dice ‘stasera stessa mi cullerò nel mio feudo’.
Ma anche nella vita ordinaria la moneta può essere creata dal nulla (per questo non da chiunque) e con effetti non meno sconvolgenti; al pari della moneta creata da Mefistofele, la moneta creata dalle banche internazionali attraversa il mondo come un vento impetuoso sconvolgendo modi di vivere e gerarchie sociali, alimentando speranze e premiando le scommesse più ardite, generando un’onda di euforia che non di rado, ritirandosi, lascia dietro di sé macerie e desolazione.
Comincia così il saggio di Vianello (economista scomparso nel 2009) che prosegue poi ragionando sui difetti di costruzione dell’architettura europea,  rintracciando il vizio di origine nell’avere posto come unico pilastro la politica monetaria, ponendo in condizione ancillare tutte le altre politiche e, soprattutto, le istanze della società.
La politica monetaria (e del cambio), vista un tempo come qualcosa  al servizio della società, è ora concepita come qualcosa che detta legge alla società stessa, fornendo un quadro di riferimento astratto entro il quale il corpo vivente della società deve comprimersi, come in una camicia di forza, non importa a quali costi
Nel saggio, Vianello spiega come e perché sia successo, e come la teoria economica abbia contribuito colpevolmente a questo disegno; mentre, aggiungiamo noi, molti politici sinceramente europeisti assecondavano la tendenza, pensando che le ‘regole stupide’ (parole dell’ex presidente della Commissione Ue Romano Prodi) servivano sì per ottenere il consenso tedesco, ma poi prima o poi sarebbero state aggirate o cancellate.
Quel che è certo, oggi, è che la costruzione è semi-crollata, che il vento impetuoso descritto nel turbinio della cartamoneta di Mefistofele sembra già passato, soprattutto dalle parti di Atene, Roma, Lisbona, Madrid; e che, di fronte ai costi umani e sociali enormi di disoccupazione e povertà di massa, le élite europee che avevano partorito il disegno della moneta unica non trovano niente di meglio da fare che continuare a rinchiudersi nel fortino, mentre da fuori spingono le truppe degli scontenti, degli sconfitti e di tutti coloro che pensano basti cancellare quella moneta, con un tratto di penna, per tornare a una mai esistita età dell’oro.

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G.Gigliotti

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