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Loano, in classe durante la lezione, si chiude nell’armadio per un’ora


Non è motivo di scandalo, né di ‘scuola malata’, ma può accadere che un alunno ripetente della seconda media statale dell’Istituto Comprensivo Loano-Boissano, si chiuda nell’armadio prima dell’inizio della lezione e l’insegnante incredula scopra l’accaduto solo tre quarti d’ora dopo. La ‘notiziola’ è stata portata a conoscenza, almeno ufficialmente, nel corso di un incontro tra genitori, insegnanti e la dirigente scolastica che per la seconda volta, pare dopo quanto riferito da trucioli.it nel numero del 10 ottobre scorso, ha monitorato la classe, ascoltando di persona problemi e problematiche. Tra l’altro, uno degli alunni è figlio di un’insegnante che rappresenta l’intero plesso. E dall’inizio del calendario scolastico si stavano accavallando disfunzioni.    

Anche questa volta la ‘gola profonda’, peraltro benemerita visto che rivela informazioni utili e veritiere, scaturisce dagli attivisti loanesi di Facebook, una squadra formidabile nel passaparola. Prima allerta i corrispondenti locali di quotidiani e web, poi se per svariate ragioni la notizia non trova spazio o viene ritenuta non notizia, si rivolgono ai blog. Quando non c’è in ballo la strumentalizzazione la trasparenza è sempre positiva.

Ci troviamo di fronte ad  un caso curioso che non vorremmo definire di ‘mala scuola’ perché ha tutte le caratteristiche della burla. Con la differenza che lo studente, un quattordicenne – che noi chiamiamo  F. A. – ripetente, ha fatto tutto da solo.  La stessa dirigente ha avuto modo, nell’incontro collaborativo con genitori, di far presente una certa irrequietezza dei ragazzi e ragazze (27-28 in tutto), la necessità che gli insegnanti non perdano il controllo della situazione.   O meglio mettano in atto tutti gli accorgimenti utili a mantenere ordine, disciplina, strumenti educativi idonei alla situazione.  E d’ora innanzi le ‘punizioni’ anziché coinvolgere l’intera classe saranno mirate.

Cosa è accaduto di singolare? Il ragazzo, pare per gioco, si è chiuso nell’armadio prima che l’insegnante entrasse in classe. E’ iniziata la lezione e nessuno ha fiatato. Ovviamente il clima che ‘non si fa la spia’  arriva da lontano e purtroppo trova molti seguaci. Gli alunni che si trovano nelle prime file,  utile precisarlo, con ogni probabilità non si sono resi conto. Diverso per i compagni vicini di banco.  Una scomparsa, tuttavia, passata inosservata alla stessa insegnante. E su questo aspetto qualche interrogativo viene spontaneo. Ma acqua passata, le polemiche non servono. Speriamo che la ‘lezione’ non sia presto dimenticata.  Immaginarsi la meraviglia e lo stupore – per qualcuno le risa – quando F.A. è uscito dal suo ‘nascondiglio’.

Bisogna ammettere che, a volte, in una classe ci sono le ‘mosche bianche’, cioè alunni vivaci, qualcuno è ripetente, sia dalla prima, sia dalla seconda. Ragazzi più adulti rispetto alla media, per fortuna non sono stati segnalati né casi di bullismo, né episodi allarmanti. Qualche spinello a parte, per i più grandicelli. C’è l’esigenza – a quanto si ascolta – di mantenere alta l’attenzione da parte del corpo insegnante. C’è poi chi consiglia di non calcare la mano sui compiti a casa (dopo le assicurazioni iniziali già espresse dalla stessa preside); c’è chi chiede di scongiurare quell’alternarsi di sostituzioni purtroppo assai frequente nella scuola pubblica.

Per il resto le famiglie facciano la loro parte.  Non conosciamo le ragioni per cui i genitori del ragazzo che si è rinchiuso nell’armadio, non hanno preso parte all’incontro tra  dirigente scolastica,  insegnanti,  genitori. Un’opera di sensibilizzazione, al di là degli obiettivi problemi, è  necessaria. La scuola resta il ‘perno’ di una società civile.

C.P.  

 


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