Trucioli

Liguria e Basso Piemonte

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Organizzazione sanitaria in agonia. Fermiamo in tempo Montaldo e Burlando


Il San Paolo arranca, Santa Corona semidistrutto, Albenga ai privati. Cairo Montenotte tra proteste, azioni di forza, smantellamenti. Organizzazione sanitaria in agonia. Complimenti all’assessore Montaldo ed al presidente Burlando! E ancora. La denuncia del presidente della Croce Bianca è un grido di dolore delle centinaia di volontari che vedono buttato al vento un impegno civile che dura da tantissimi anni.

Il problema non è solo quello di chiudere una della poche esperienze positive della nostra regione, e soprattutto della nostra provincia, che è quella del sistema delle croci, ma quella di negare ai meno abbienti il trasporto dei dializzati o di quelli in terapia oncologica o comunque di tutti coloro che hanno diritto al trasporto sanitario.

La perdita dei servizi a rimborso porterà forse alla chiusura della attività del sistema croci anche nell’emergenza sanitaria e quindi senza le ambulanze delle croci, senza i volontari al sistema sanitario cosa succederà ? E’ facile immaginarlo.

Io lo immagino. Già siamo costretti, per evitare attese estenuanti, ad andare fuori regione per esami diagnostici e per visite specialistiche; così però non potremo fare per i servizi oggi resi dalla croci, ovvero non potremo chiedere alla sanità piemontese di organizzarci il trasporto dei dializzati da corso Ricci al Valloria e viceversa. Dovremo purtroppo arrangiarci. Si dirà che ci sono i “privati”. Ecco questa sarà la soluzione che Burlando ci proporrà in alternativa al servizio pubblico oggi in atto cioè facendoci pagare anche questo servizio a beneficio dei “privati” caritatevoli.

La politica regionale ha semidistrutto l’organizzazione delle emergenze che vedeva Savona, prima in Italia, grazie al sistema delle croci, muoversi con un modello poi recepito dal sistema del 118, mentre la Regione non sapeva neanche che cosa stessimo facendo nonostante avessimo presentato il progetto dell’emergenza sanitaria.

Eravamo citati per la nostra organizzazione in tutta Italia e di noi si parlava nei convegni internazionali sull’emergenza sanitaria ed i corsi di formazione che i nostri medici tenevano al Priamar erano frequentati dai sanitari di tutta Italia.

Che ci è rimasto ? Poco e niente.

Senza un piano sanitario regionale di riorganizzazione razionale, i nostri politici hanno tagliato posti senza alcun criterio, hanno chiuso reparti facendo scappare specialisti di chiara fama che si sono trasferiti altrove ad esercitare la loro professione. Il Santa Corona è stato distrutto, Albenga va avanti a stento concedendo aree ai privati, Il San Paolo, per ora, con mille difficoltà regge. Ma fino a quando ?

Invece quelli che se la passano bene sono le organizzazioni private in campo sanitario. Ecco chi sta vincendo la battaglia nella nostra provincia prendendo in mano i vuoti lasciati dal pubblico. E, naturalmente, tra i privati che si avvantaggiano ci sono anche i “soliti noti” che nell’economia savonese già hanno avuto, in tanti altri campi, doveroso sostegno dai nostri pubblici amministratori comunali, provinciali e regionali.

C’è un problema di tagli e di risorse. La colpa è del governo dicono i nostri politici . Ma non siate ridicoli cari Burlando, Rossetti e Montaldo. Andate a riesaminare le spese regionali e rivedete le tante consulenze milionarie, anche nel campo sanitario ( Datasiel, per esempio vi ricorda qualche cosa ? ) che in questi anni avete dato più o meno opportunamente e così capiremo meglio il grande caos che avete creato.

Dedicate più tempo, ed in modo più serio, alla sanità e non preoccupatevi più di tanto a cercarvi un posto al sole nella corsa in atto per il controllo nazionale e regionale del partito che pare il vostro impegno maggiore.

Lo sconforto dei lavoratori della sanità è palpabile e forse il sostegno del sindacato non è stato fino ad ora del tutto sufficiente. Non basta, come faccio io o come ha fatto Basso, lanciare allarmi, occorre opporsi con più determinazione alla sciagurata gestione della nostra organizzazione sanitaria da parte dei nostri amministratori regionali: occorre fermarli prima che sia troppo tardi !

Il sindacato ha gli strumenti per reagire alla malagestio. Si muova con decisione ed avrà l’appoggio non solo da parte dei volontari delle croci – oggi in pericolo d’estinzione -; da parte di tutti i lavoratori della sanità e dalla stragrande maggioranza dei cittadini- utenti che il servizio sanitario lo pagano in modo assai salato.

                    Luciano Locci



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L. Locci

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