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Intervista/ Siccardi (avvocato): comunismo e anticomunismo, professione e giustizia. Gli extracomunitari, il mio ‘caso Albenga’


Questa settimana ho l’onore di scambiare due chiacchere con l’avv. Nazzareno SICCARDI di ALBENGA, nei confronti del quale nutro una profonda stima personale e professionale.

 

1) Caro Nazzareno hai mai avuti problemi a conciliare il tuo nome con l’idea del comunismo che hai abbracciato ?

Assolutamente no, prima di tutto perché si tratta di un bellissimo nome, in sé e per sé considerato, per quanto piuttosto raro. In secondo luogo perché tale nome è stato voluto da mio padre (uomo di grandi valori) con la motivazione per cui il “Nazzareno”, vale a dire Gesù Cristo è stato per lui il primo uomo comunista. Valutazione condivisibile solo in parte perché la religione cristiana cui Gesù rimane comunque collegato non è equiparabile se non in minima parte al “comunismo” (recte, “socialismo” in senso classico) non foss’altro che per la totale assenza nella dottrina cristiana di principi economico-sociali di eguaglianza e di libertà,. Intesa, quest’ultima, come l’unica libertà che conta, quella dal bisogno, essendo appena il caso di ricordare che la religione cristiana ammette la divisione della società in classi -ricchi e poveri- anche se prevede sia molto difficile il paradiso per i ricchi ( “è più facile che un cammello passsi per la cruna di un ago che un ricco entri nel regno dei cieli”), i quali tuttavia il paradiso l’hanno già in terra.

2) Sei uno dei più stimati avvocati della Provincia di Savona. Come è sorta la passione per questa professione e le tue origini popolari l’hanno agevolata ?

Ringrazio, innanzitutto, per l’apprezzamento professionale (anche se la limitazione alla provincia di Savona mi pare limitativo !!!!!!!!!) e preciso, quindi, che la passione per questa professione, pur borghese (ma in questa società ho accettato di vivere !), è sorta e maturata in me in quanto ho sempre visto e continuo a vedere l’avvocato quale difensore dei diritti dei cittadini contro tutte le prevaricazioni, pubbliche e private, anche se occorre prendere atto che il sistema, normativo e giudiziario, è strutturato in modo tale da rendere estremamente difficile, se non impossibile, l’esercizio di tale funzione; tale essendo la ragione della mia scelta, la stessa è stata inevitabilmente agevolata dalle mie origini popolari e proletarie. 

3) Qual è lo stato di salute della Giustizia nel Savonese ed è migliore o peggiore rispetto al tempo in cui hai iniziato ad esercitare ?

Premesso che, per me, la giustizia è, secondo la dottrina classica del comunismo, una sovrastruttura borghese al servizio del potere costituito, debbo rilevare che la giustizia del Circondario Savonese versa in condizioni precarie come, d’altronde, nel resto dell’Italia; soprattutto in relazione ai tempi di durata dei processi, civili e penali. Ciò in conseguenza dell’elevato numero di procedimenti, dell’insufficiente organico di magistrati ed ancor più di personale di cancelleria, della inadeguatezza della normativa, sostanziale e processuale, che da troppi anni si estrinseca attraverso riforme del tutto parziali ed irrazionali. Riforme che si accavallano in modo poco sistematico, avendo il potere politico legislativo sinora omesso di porre mano a riforme strutturali e di lungo respiro, quali sarebbero tra le altre una radicale ristrutturazione del codice penale e della legislazione speciale correlativa. E ancora, la ristrutturazione del sistema giudiziario in modo da permettere un proficuo aumento dell’organico della magistratura (ponendo anche fine al veto della “casta” fondato sul fallace argomento per cui l’acquisizione di un maggior numero di magistrati metterebbe a rischio il requisito della professionalità, anche perché tale rischio potrebbe essere evitato mediante una maggiore, più frequente e meglio razionalizzata, attivazione di concorsi) e del personale di cancelleria.

Per quanto concerne il raffronto tra la situazione attuale e quella dell’epoca in cui io ho iniziato ad esercitare (primissimi anni 1970), le certamente migliori condizioni di quell’epoca erano dovute, per l’avvocatura, al fatto che il numero degli avvocati esercenti era enormemente inferiore e tutto sommato adeguato alle esigenze del foro, mentre, per la magistratura, al fatto dell’altrettanto enormemente inferiore numero di contenziosi, il tutto perciò, a mio avviso, per ragioni oggettive e senza meriti per alcuno. Né gli avvocati erano più bravi, né i magistrati erano più capaci .

4) Che rapporti hai con la città di Albenga e cosa pensi della recente soppressione del Tribunale ?

Non ho mai avuto ottimi rapporti con la città di Albenga, sotto l’aspetto delle istituzioni e delle classi dirigenti, essenzialmente per la mia fede politica di “estremista di sinistra” e per la mia naturale ritrosia a “mescolarmi” con i soggetti sociali che contano.

Per quanto concerne la soppressione della Sezione Distaccata Ingauna, costituisco, notoriamente, una voce fuori dal coro rispetto al foro albenganese in quanto ho sempre ritenuto e continuo a ritenere che gli uffici giudiziari con un limitato numero di magistrati togati non abbiano ragione di esistere e siano negativi per un sistema giudiziario funzionale, che necessita di una vera riforma per quanto concerne la geografia giudiziaria. Con criteri certamente diversi e più razionali e sistematici di quelli utilizzati per la raffazzonata normativa che ha spazzato via Albenga.

Ad ogni buon conto, per dirla in modo popolare, basta alla logica clientelare per cui ogni campanile debba avere un tribunale ed un ospedale!!!

5) Oggi consiglieresti ad un giovane di intraprendere la professione di avvocato e fra di essi intravedi qualche Nazzareno Siccardi ?

Oggi, ogni professione è molto difficile a causa del “dissesto” socio-politico in cui versa il sistema Italia, che è irrimediabilmente avviato ad essere il peggiore dell’Europa e dell’intero mondo occidentale. Tuttavia io continuerei a consigliare ai giovani di intraprendere questa nobile professione, a condizione di mettere in campo un po’ di passione e di spirito di missione, privilegiando l’aspetto ideologico (difesa dei diritti) rispetto a quello economico, anche perché sotto quest’ultimo profilo le previsioni appaiono sempre più negative.

Credo che il riferimento non debba essere effettuato con il sottoscritto o soltanto con il sottoscritto, ma con gli ancora molti avvocati, non soltanto datati, che svolgono la professione forense con onore, dignità e rispetto delle regole deontologiche (la deontologia è un cardine imprescindibile dell’avvocatura, che rischia però di essere inficiato da coloro che intraprendono la professione nella mera speranza, forse necessità, di uno sbocco lavorativo e non per passione).

6) Ti sei mai pentito di aver fatto l’avvocato ?

Assolutamente no.

7) Spesso difendi cittadini extracomunitari: che rapporti sei riuscito ad instaurare con loro e quali sono, a tuo giudizio, se esistono, i tratti culturali che ci differenziano ?

Ho difeso, nella mia ultraquarantennale professione, centinaia di immigrati extracomunitari, prevalentemente irregolari ed in tempi in cui gli stessi erano rifiutati da molti colleghi. Anche da quelli che oggi, invece, li considerano come ottimi clienti, troppo spesso senza percepire alcun compenso, anche a fronte di tre gradi di giudizio. I rapporti sono sempre stati difficili a cagione della sicuramente diversa cultura (parlo soprattutto dei Nord-Africani) e della loro “paura”, che ha sempre impedito di instaurare rapporti confidenziali o amichevoli, malgrado la mia massima disponibilità, essendo costoro portati, per effetto delle loro condizioni socio-economiche, a diffidare di tutti.

Non mi pento, comunque, di tutto ciò che ho fatto, anche se ne ho ricevuto un notevole nocumento economico-reddituale (non è vano ricordare che, nei tempi passati, gli extracomunitari irregolari non venivano ammessi al cd. “patrocinio”).

8) Parliamo di politica. In che cosa si distingue il Partito Comunista dei Lavoratori, al quale aderisci, da Rifondazione Comunista e Sinistra Ecologia e Libertà ?

Il P.C.L., al quale io aderisco dalla sua nascita, del quale sono stato un fondatore ed attualmente sono un modesto dirigente siccome “coordinatore della Sezione provinciale di Savona”, si distingue dall’ex P.R.C. e da S.E.L. perché è un partito comunista rivoluzionario internazionalista che si ispira ai principi classici del comunismo, del marxismo-leninismo, del troskismo e che continua a credere che il sistema capitalista possa essere abbattuto e cambiato attraverso la rivoluzione proletaria, mediante la quale realizzare, per il tramite transitorio della dittatura del proletariato, il sistema sociale assembleare di governo del popolo, che costituisce per l’appunto il “socialismo”.

Per contro gli altri due partiti hanno, nel tempo, aderito alla logica moderata per cui il cambiamento del sistema possa essere realizzato attraverso il regime parlamentare borghese, così partecipando alla deriva socialdemocratica nella quale si è dispersa la cd. sinistra istituzionale, tradendo irrimediabilmente ogni principio ideologico e la funzione di rappresentanza di classe.

9) Io penso che la mancata punizione (mi riferisco anche alla amnistia Togliatti), alla fine della Seconda Guerra Mondiale, di coloro che ebbero parte attiva durante il Fascismo, abbia contribuito a mantenere quel tipo di la cultura nel nostro paese, dalla quale, in realtà, non ci siamo mai liberati. Condivi questo mio pensiero ?

Si, lo condivido in pieno; d’altronde Palmiro Togliatti è stato, a mio avviso, il principale rappresentante del peggiore “stalinismo”, inquinando di esso l’essenza, strutturale e programmatica, del P.C.I., con le ben note, tragiche, conseguenze per la sinistra italiana.

10) Credi che la strada del comunismo sia ancora oggi l’unica percorribile per la salvezza dell’Uomo ?

Si, certamente. La via del comunismo è, ancora oggi, l’unica possibile, in concreto, per il cambiamento di sistema e la realizzazione di una società e di un mondo giusti, in cui non esista lo sfruttamento dell’uomo sull’uomo ed in cui sia applicato il principio ” dare secondo le capacità e ricevere secondo i bisogni”. Ciò, però, è possibile soltanto per il tramite di un partito comunista rivoluzionario internazionalista, qual è, per l’appunto, il P.C.L., il quale fonda la propria azione politica sulla base del marxismo rivoluzionario, storicamente abbandonato e tradito dalla socialdemocrazia e dallo stalinismo, a partire da quattro linee di indirizzo generali:

  1. l’opposizione alle classi dominanti e ai loro governi, siano essi di centrodestra o di centrosinistra;
  2. la prospettiva di un governo dei lavoratori e delle lavoratrici che abolisca il modo di produzione capitalistico e riorganizzi la società su basi socialiste;
  3. il collegamento costante tra gli obbiettivi di lotta immediati e la prospettiva di fondo dell’alternativa anticapitalistica;
  4. la prospettiva di un’ alternativa socialista internazionale, quindi di un’organizzazione rivoluzionaria internazionale dei lavoratori.

11) I grandi intellettuali, specie nel campo della letteratura, a tuo giudizio, hanno condizionato troppo o troppo poco l’azione politica della Sinistra. Penso, ad esempio, al Manifesto dei 101 in occasione della rivoluzione d’Ungheria del 1956

I grandi intellettuali, a mio avviso, hanno sempre condizionato troppo l’azione politica della sinistra, e non solo, ma, purtroppo, sempre in senso moderato e mediante la sostanziale bocciatura o quantomeno sottovalutazione dei principi del comunismo classico e/o della sinistra radicale, adeguandosi ad una linea meramente “progressista”, e ciò perché anch’essi hanno sempre finito per confondere il vero comunismo con il cd. “comunismo reale” dei Paesi dell’Est.

12) Il Ministro Quagliarello, in una recente sua monografia su De Gaulle, sembra, in un raffronto fra la storia francese e quella italiana del dopo guerra, individuare nell’eccessivo parlamentarismo, il male peggiore del nostro sistema istituzionale. Inoltre secondo questo autore, forse, all’Italia, è mancato un uomo forte e carismatico come De Gaulle, aggiungo io come Churchill. Non c’è un fondo di verità in tutto questo ?

Dipende dai punti di vista; se la situazione è osservata dalla prospettiva di una società articolata nell’ambito della borghesia capitalistica, forse sì, ma questo, dalla mia prospettiva è scarsamente interessante. L’eccessivo parlamentarismo è un male nella prospettiva della lotta per la costruzione dei presupposti, in primis della coscienza di classe, per la realizzazione della rivoluzione socialista, non certamente se si limita la visione politica al sistema borghese, di cui il parlamentarismo è elemento essenziale, in contrapposizione alla logica dell’uomo forte, foriera di poteri reazionari e di destra.

13) Perché l’anticomunismo si è diffuso in maniera radicale in tutto il Mondo Occidentale fin da prima dello scoppio della Seconda Guerra Mondiale fino a divenire la ragione portante della Guerra Fredda.

La risposta a questo quesito non è certamente facile in linea razionale e logica, nonché sotto il profilo della scienza economico-politica, intesa quale concezione marxista, giacché, in questo ambito, l’anticomunismo non è né comprensibile, né giustificabile.

Se si valuta, invece, la situazione sotto il profilo della cronaca storica, è facile constatare come la diffusione dell’anticomunismo sia l’effetto della propaganda massmediatica dei governi del mondo occidentale, che, utilizzando strumentalmente la violazione del concetto di “libertà” (intesa in senso borghese) da parte dei cosiddetti regimi a comunismo reale, hanno condizionato i popoli del mondo, tenendoli lontani dai veri problemi sociali e nascondendo la realtà della vera libertà, che è “quella dal bisogno”.

14) Se dovessi cessare di esercitare la professione di avvocato a quale attività vorresti dedicarti a tempo pieno ?

Considerata la mia età, al “dolce far nulla”, cosa che spero di riuscire a fare effettivamente se riuscirò a pensionarmi anche sostanzialmente.

Ringrazio l’avv. SICCARDI per la disponibilità dimostrata.

Giovanni Sanna


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