Trucioli

Liguria e Basso Piemonte

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Caffeina per restare svegli /Quattro donne indomite


A.A.A. FIRENZE AFFITTASI. CASO NAZARBAEV, nulla di nuovo. PARTITO SOCIALISTA EUROPEO O DC EUROPEA? QUATTRO DONNE INDOMITE, Rita Levi Montalcini, Teresa Strada, Franca Rame, Margerita Hach. DISCORSO DI MALALA  le parole possono cambiare il mondo. 
A.A.A. FIRENZE AFFITTASI
Sarei proprio curioso da sapere cosa ne pensa il polemico critico d’arte Vittorio Sgarbi (che stranamente, a tutt’oggi non ha preso posizione in merito :.. quando la politica inquina e condiziona) di un eventuale invito a cena, con fumante ribollita, nella Galleria Palatini Pitti, Firenze, accanto ad uno dei più importanti quadri di Raffaello, la ‘Madonna della Seggiola: che non può protestare, la Madonna, per gli effluvi dei cibi e il calore dei corpi degli invitati al banchetto con rischio di alterazione degli accorgimenti ambientali, clima, intensità calibrata della illuminazione e della umidità, per la  conservazione ottimale del dipinto; che in fondo che male c’è, una piccola opera d’arte di uno sconosciuto pittore, un certo Raffello, e non fa nulla se tutto il mondo la pensa altrimenti.
Il Comune di Firenze (sindaco Matteo Renzi, ‘politicamente non definito e in cerca di se stesso’) ha convenuto bene di affittare ai privati, pro tempore, le più celebri location della città allo scopo di incassare quattrini: appunto, nella Galleria Palatini Pitti, per una ribollita, o una sfilata di moda o un cocktail, compreso la benedizione della ‘Madonna della Seggiola’ costa 10mila euro
Se si vuole risparmiare, con un piccolo ricevimento con soli aperitivi e pasticcini, pasti esclusi, in quel di Boboli nella Grotta del Buontalenti, si paga solo 5mila euro, a parte il costo per l’illuminazione e altre utenze; per chi desidera proporsi con amici e conoscenti (i soliti ‘politici’) per un incontro sotto le volte arcate di Pietro da Cortona il prezzo è di circa 7mila euro.
Per una cena completa, nel fresco cortile dell’Ammanati, a Palazzo Pitti, l’affitto richiesto è di 15mila euro, ovviamente costo della cena escluso; per un addio al celibato, solo bevande non alcoliche per evitare eccessi, nei musei degli Uffizi, si paga 5mila euro, non molto considerando la presenza del Botticelli con la sua ‘Venere’ comunque  troppo casta per sollecitare, o solleticare, ‘accesi pensieri’  durante la prima notte di nozze dei novelli  sposi.
Per l’affitto e la chiusura al pubblico del celebre Ponte Vecchio, cena raffinata con esibizione dei nuovi modelli della Ferrari, Luca di Montezemolo ha pagato, circa un mese fa, 120mila euro: con ‘grande gaudio’ dei commercianti che hanno duvuto limitare le vendite.
Povera Firenze che ‘vuol fare cassa svendendo’  i propri tesosi, in barba alle migliaia di cittadini provenienti da ogni parte del mondo e in visita alla città, privandoli del sacrosanto dirittto di poterne ammirare, liberamente e in qualsiasi momento, lo straordinario pubblico patrimonio artistico: appunto, a proposito, Vittorio Sgarbi, intellettuali e critici, il Ministero dei Beni Culturali, non hanno nulla da eccepire?
CASO NAZARBAEV, nulla di nuovo 
Lo scrittore Nabokov è l’autore di ‘Lolita‘ romanzo che gli ha dato grande notorietà e quattrini anche per la trasposizione in film, non propriamente un capolavoro in senso intellettuale ma certamente accattivante e sopratutto pruriginoso.
Pochi conoscono un altro suo romanzo, del 1946, dal titolo in italiano ‘I Bastardi’ ambientato in una Repubblica a regime socialista, governato dal dittatore Paduk, nel quale racconta di un filosofo, Adam Krug, determinato a resistere a un sistema poliziesco che lo vuole annientare a motivo delle idee politiche di opposizione: tutti i nomi, sono ovviamente travisati allo scopo di evitare ulteriori e pericolose reazioni, ma nel constesto è palese il riferimento alla Russia e a Lenin.
Finchè il regime non riesce a minarne la volontà con l’unico sistema possibile, il terrore, rapendogli  la moglie e il figlio e confinandoli in una località sconoscita.
Tutto questo, per alcuni aspetti e in parallelo, riferito al recentissimo caso italiano del ‘sequestro’ della moglie e della figlioletta del dissidente e oppositore Nazarbaev, attualmente rifugiato politico in Inghilterra, accerrimo nemico del presidente dello Stato del Kazako: dal romanzo di Nabokov sono tracorsi  circa 67 anni ma pare proprio che nulla sia cambiato, in Italia come altrove. (Gianni Gigliotti)
PARTITO SOCIALISTA EUROPEO O DC EUROPEA?  
Attenzione a quello che sta diventando il tema principale del prossimo congresso PD : l’adesione senza se e senza ma al PSE, che è la proposta di Epifani e Pittella che ci credono e di D’Alema che gli conviene.
Su questo tema , Renzi e Veltroni traccheggiano in nome di una DC europea che non è mai nata, e di una Alde, che al parlamento europeo conta meno di un gruppo misto, perché ci sta di tutto.
Eppure è sempre più evidente a tutti che la politica nostra si decide in Europa, e che lo Stato, è solo un centro di spesa parassitaria, che allunga i tempi e complica la vita tra le decisioni dell’Europa e le attuazioni degli enti locali, contro i quali si accanisce la scure dei “tecnici ” della burocrazia centrale, e che campano politicamente solo con quel che riescono a spendere dei fondi europei.
Un congresso che decide di andare in Europa a pieno titolo è una grande svolta, che lascia ai margini il provincialismo democristiano e l’antiquariato dei cento circoli e associazioni che vogliono creare la loro versione del socialismo all’italiana (ciascuna col suo leaderino mio coetaneo…)
QUATTRO DONNE INDOMITE, Rita Levi Montalcini, Teresa Strada, Franca Rame, Margerita Hach
In questi tempi bui, putroppo, ci hanno lasciato a breve distanza l’una dall’altra, quattro donne straordinarie ed indomite, dal pensiero limpido e dall’esempio magnifico, Rita Levi Montalcini, Teresa Strada, Franca Rame, Margherita Hach.
Donne di valore, coerenti con il loro modo di essere, non condizionate dallo sciacquio modaiolo, di grande tenacia e impegno sociale, con risultati concreti nel proprio lavoro: senza mai cadere nell’opportunismo inteso come passaporto per il successo.
DISCORSO DI MALALA  le parole possono cambiare il mondo 
Un discorso forte e commovente sul diritto allo studio, ma anche un discor¬so sulla pace e sulla tolleranza. La sedicenne pachistana Malala Yousafzai, sopravvissuta ad un attentato dei talebani lo scorso ottobre, ha parlato all’Onu nel giorno del suo compleanno. Indossava il velo sulla testa, tunica e pantaloni, e uno scialle bianco, appartenuto a Benazir Bhutto, da sempre sua eroina: l’unica donna pachistana a diventare primo ministro, uccisa in un attentato nel 2007.
Riportiamo alcuni stralci del suo discorso.
L’uguaglianza. Non so da dove iniziare il mio discorso. Non so cosa le persone si aspettano che io dica. Ma prima di tutto vorrei ringraziare Dio, che ci ha fatto tutti uguali (…) Il “Malala Day” non è la mia giornata. Oggi è il giorno di ogni donna, di ogni ragazzo e di ogni ragazza che ha alzato la voce per i propri diritti (…)
La forza e il coraggio. Cari amici, il 9 ottobre del 2012 i talebani mi hanno sparato alla tempia sinistra. Hanno sparato anche ai miei amici. Pensavano che i proiettili potessero zittirci. Ma hanno fallito. Da quel silenzio si sono alzate migliaia di voci. I terroristi pensavano di poter cambiare le nostre intenzioni, di poter frenare le nostre ambizioni, ma nulla è cambiato nella mia vita, eccetto una cosa: la debolezza, la paura e la disperazione sono morti. Al loro posto sono nati la forza, l’energia e il coraggio.
Non violenza. Non odio i talebani che mi hanno sparato, e non gli sparerei nemmeno se me li trovassi davanti con un fucile nelle mie mani. Questa è la pietà che ho imparato dal profeta Maometto, da Gesù Cristo e da Buddha. Questo è il pensiero del cambiamento che ho ereditato da Martin Luther King e Nelson Mandela. Questa è la filosofia della non violenza che ho imparato da Gandhi e da Madre Teresa. E questo è il perdono che mi hanno insegnato i miei genitori.
L’importanza dei libri. Care sorelle e cari fratelli, realizziamo l’importanza della luce quando vediamo il buio. Realizziamo l’importanza della nostra voce quando ci mettono a tacere. Nella stessa maniera, quando eravamo a Swat, nel nord del Pakistan, abbiamo realizzato l’importanza delle penne e dei libri quando abbiamo visto i fucili (…) Gli estremisti hanno paura dei libri e delle penne, il potere dell’istruzione li spaventa. Hanno paura delle donne e del potere della loro voce (…)
La forza delle parole. Le nostre parole possono cambiare il mondo, e allora impegniamoci in una lotta contro l’analfabetismo la povertà e il terrorismo e prendiamo in mano le nostre penne e i nostri libri. Sono molto più potenti delle armi. (ricevuto dall’amico giornalista Lorenzo Borla). 

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G.Gigliotti

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