Trucioli

Liguria e Basso Piemonte

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Berruti boccia l’abolizione delle Province. Perché non si consiglia con mamma?


‘Al convegno degli architetti il sindaco Berruti boccia l’abolizione delle Province’. Titolava La Stampa il 6 luglio. Il Giornale : ‘Berruti da ragione al Pdl ponentino e si schiera col presidente Vaccarezza contro chi vuole sopprimere le Province”. Il dr. commercialista di grido, Berruti, definisce “un’assurdità” e propone da La Stampa “meglio mettersi in connessione su queste aree…”. Prima da trucioli savonesi, ora da trucioli.it abbiamo documentato cosa significa e quanto costa ai cittadini, quali risultati, hanno prodotto sul territorio, nell’economia e nel turismo, l’attività delle Province ( dei vari schieramenti e presidenti). Una supplica al non bamboccione Berruti:  chieda qualche consiglio alla mamma che in Camera di commercio faceva scuola…

Al primo cittadino di Savona che non ritiene neppure di fare un doveroso e dignitoso cenno di risposta alle domande che gli ha posto un concittadino, con educazione, ma lealtà. Il dr. Luciano Locci, collaboratore di questo blog senza scopo di lucro, nè pubblicità aperta o mascherata, pensionato commercialista, revisore dei conti, giudice tributario e che darà presto alle stampe un intrigante (clamoroso?)  libro- testimonianza sulla falsa riga del ‘c’ero anch’io’. Una rivisitazione da testimone diretto (e non  de relato) di alcune delle più importanti vicende che hanno tenuto banco a Savona. Fino ad oggi, pare di capire, abbiamo letto e forse conosciuto solo una parte della facciata. Locci, documenti alla mano, svelerà la  cosiddetta ‘seconda parte’. Saranno fuochi d’artificio,  anche a Palazzo di giustizia, si presume. E la Ubik si è guadagnata l’esclusiva.

Tornando alla ‘dissociazione di Berruti’ dalla linea dell’abolizione delle province, obiettivo del governo Letta-Berlusconi-Monti,  possiamo dire che la lotta alla corruzione e all’evasione fiscale, così come l’impegno per una amministrazione efficiente e caratterizzata da sana  economicità di gestione,  dovrebbero essere un impegno normale, naturale di ogni Governo.

La legalità da una parte e l’efficienza  dall’altra, vanno considerati un dogma da mettere ai primi posti comunque e dovunque.

Diverso il discorso delle Province. In questo caso si tratta di prendere atto che di fronte ai grandi cambiamenti avvenuti negli ultimi anni c’è bisogno di adeguare le strutture dello Stato, di ridisegnare gli strumenti della politica, di risollevare in maniera decisa le duplicazioni di funzioni e poteri, di ottenere efficienza e democraticità con un minore uso delle risorse. Con le sempre maggiori competenze affidate alle Regioni  appare pletorico (e costoso) avere un altro piano di rappresentanza politica, un piano rappresentato dal Consiglio provinciale, dagli assessori e dal Presidente.

Abolita questa dimensione politica resterebbero gli uffici tecnici per le strade, le scuole, l’ambiente sotto il coordinamento delle Regioni e con una più forte partecipazione dei Comuni.

Si tratta, in definitiva,  si rendere più moderna l’architettura dello Stato, come hanno fatto con risultati positivi ed evidenti per cittadini e l’economia, risparmi, altri Paesi del centro e  Nord Europa.

Occorre, forse Berruti l’avrà  pure letto dagli scritti di qualche suo ‘capo corrente’ nazionale,  contrastare le tre P ( poltrone, potere, privilegi). Quelli che, ad esempio, il sindaco di Savona ha distribuito, con nomi e cognomi, nel suo sistema di sottogoverno.  Dando  vita ad un ‘gabinetto di segreteria’ che avrà sistemato economicamente qualcuno, ma il metodo e costi-produttività-benefici, forse fanno arrossire gli stessi interessati. Ieri là, oggi qui, domani chissa!

Si può essere contrari all’abolizione delle Province, insieme alle truppe della berlusconiana demagogia, perchè si ha una diversa e del tutto legittima  visione delle riforme tese a migliorare la struttura dello Stato. “Ma ora chi si oppone – risponde Il Sole 24 Ore ad un lettore di Savona – non fa che confermare il motto del Gattopardo: volere cambiare tutto per non cambiare nulla”.

Difficile, invece, commentare la ‘sparata’ apparsa sul Secolo XIX del 7 luglio sempre di Berruti sindaco. A tutta pagina: “ Il comitato portuale? Inutile non ci vado mai perché non ho tempo da perdere. Sono uno tra 25  e non conto nulla. Serve semmai una portualità regionale“.  Avrà ragione Berruti, il pragmatico entrato nelle grazie di  big nazionali del Pd, ma ha deluso  molti sostenitori della prima ora (sarebbe utile a questo proposito sapere che pensa il Carlo Cerva, ex vice segretario regionale Dc, ex consigliere comunale, attivissimo alla benemerita A Campanassa, considerato un berrutiano di ferro, tanto da aver fatto campagna porta a porta tra i democristiani).

Berruti si accinge alla presidenza della Regione? Al dopo compagno Burlando.  Se fa il bis dell’eredità che lascia a Savona,  meglio il giudizio a commentatori, analisti assai più bravi e preparati di un semplice, vecchio cronista di strada. Pure emarginato, delegittimato dai soliti noti.

Oggi il tornato graffiante Secolo XIX-Savona, con il capo redazione Claudio Caviglia, pubblica un’inchiesta giornalistica ed un commento da incorniciare. “Le famiglie di Savona pagano cara la miopia dei politici….Ecco dove finiscono i soldi della Tares….Il 70 per cento degli utili della discarica del Boscaccio vanno a misteriosi privati  in Lussemburgo….sul pianeta Geotea….”.  A quel pianeta lo sventurato giornalista Mario Molinari, da tanti invocato come esempio e ….lasciato solo, aveva dedicato lucidissime informazioni dal blog che a Imperia è naufragato quando la magistratura ha indagato, per un reato poco nobile, il suo editore che proclama la più totale innocenza.

L. Cor.


L.Corrado

L.Corrado

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