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TEATRO DI LOANO, ULTIMO ATTO


La commedia sul nuovo teatro di Loano è arrivata all’ultimo atto. Proprio di commedia potrebbe trattarsi se non fosse che stiamo parlando dell’opera pubblica più importante da realizzare indicata nel Programma amministrativo del Sindaco  Luigi Pignocca.

 

Opera ereditata dalla passata amministrazione che,in allora, nel brevissimo lasso di tempo che va dal 22 luglio al 24 settembre 2009, decise di fare il teatro e affidò l’incarico professionale per partecipare ad un bando regionale in scadenza. Il progettista in venti giorni elaborò il progetto di riqualificazione di un’area urbana di circa 12.000 metri quadrati con un teatro da più di 600/800 posti, un park pluri – piano ed un altro a raso, progetto che venne approvato dalla Giunta, assenti il Sindaco Vaccarezza e l’assessore Zaccaria.

Se  allora tale rapidità poteva essere spacciata come segno di dinamicità, efficienza e concretezza amministrativa, oggi, alla luce dei fatti dimostra da una parte,  il dilettantismo di chi governava e, dall’altra, un’innata capacità a vendere sogni ed illudere i Loanesi.

Tutte le osservazioni  e le richieste di chiarimenti sui costi di realizzazione dell’opera, gli aspetti tecnici ed i futuri costi di gestione del teatro sollevate dalla Minoranza vennero liquidate da Vaccarezza e dalla sua Maggioranza compatta come pretestuose ed ostruzionistiche; la Minoranza venne bollata di miopia amministrativa;  il progetto esaltato e l’opera indicata come “un altro” (l’ennesimo!) volano per la città di Loano. In quella seduta tutta la Minoranza, a fronte della poco chiarezza delle risposte della Maggioranza, sull’evasività dei costi di realizzazione, sull’assoluta mancanza di ipotesi sui costi di gestione del Teatro, espresse un voto di astensione.

Per il progetto e per l’amministrazione iniziò il periodo celebrativo. Il progetto era visibile, come già realizzato, su tutti i giornali e dai giornali traghettato al programma elettorale del sindaco Pignocca, con le palme a far da corona al teatro e gli alberi a dare frescura alle auto parcheggiate. Pignocca una garanzia sicura per la realizzazione dell’opera.

Insediatasi, la nuova amministrazione ha ancora “usato” il progetto ed il teatro come “carota” desiderabile e raggiungibile, da inserire in ogni dove: come ulteriore arricchimento della Loano-villaggio turistico-parco-vacanze, (La Stampa 19 giugno 2011), o come causa dello spostamento del mercato settimanale sul lungomare per il gennaio 2012 per l’inizio dei lavori necessari alla realizzazione dell’opera che, a detta del nuovo Sindaco, avrebbe richiesto circa due anni (La Stampa 27 settembre 2011).

Poi, piano piano, le luci della ribalta sul progetto si sono abbassate fino al giugno 2012 quando l’amministrazione si aggiorna sui costi della progettazione.

Da quella data incomincia per il teatro e per la maggioranza l’apertura di un nuovo scenario : i nodi sollevati dalla minoranza all’approvazione del progetto arrivano al pettine e si dimostrano indistricabili. Il progetto del 2009 che riguarda il teatro si dimostra incompleto “negli impianti e nelle forniture” ed i nuovi aggiornamenti dei costi danno la vera misura della spesa per la realizzazione dell’opera, dai 5.491.601 euro agli attuali 8.811.521 euro. L’ impegno per il comune passa da 1.500.000 a 4.819.920 euro, con un aumento del 321% sull’importo iniziale. L’amministrazione annaspa, apre gli occhi sull’enorme cifra, non sa che pesci prendere e si giustifica asserendo che “ il progetto iniziale del teatro non prevedeva la totalità degli impianti e delle forniture”. Dalla commedia si passa alla farsa, dimostrazione dell’attenta, precisa  e scrupolosa efficienza dell’amministrazione.

Nonostante le nuove cifre, ancora in data 21 ottobre 2012 su La Stampa il coordinatore del PdL locale (Cepollina), a proposito della realizzazione del nuovo Teatro la indicava come “l’opera qualificante del programma del sindaco Pignocca e della maggioranza tutta”, sicura, fattibile, che arricchirà l’offerta turistica della Città. Probabilmente o era all’oscuro degli aggiornamenti sui costi o  forse credeva nell’infinita disponibilità delle casse comunali.

Colpo di scena,a distanza di quattro anni,  l’amministrazione scopre che ha fatto male i suoi calcoli.

Quella che era indicata come “la migliore scelta per Loano” si è rivelata la peggiore. I costi da affrontare non sono quelli che si credeva ma altri, ben più elevati ed alla prova dei fatti insostenibili.

L’amministrazione è obbligata a comunicare la rinuncia ai contributi FAS e si è dimostrata incapace a gestire un’opportunità di  4 milioni di euro. 

Precipitosa nella scelta dell’opera, superficiale nel quantificare i costi, avulsa dalle realtà teatrali esistenti e dalle reali priorità ed esigenze della Città, impreparata e ignorante sui futuri costi di gestione dell’opera, ottusa di fronte alle osservazioni e sollecitazioni della minoranza.

Tutto questo ha portato al fallimento del progetto. Ad una programmazione bloccata da quattro anni per inseguire un progetto dai piedi d’argilla, con spreco di tempo, di risorse umane e di denaro pubblico ( circa 200.000 euro tra incarichi e studi progettuali gettati al vento).

L’opera più importante del programma del Sindaco Pignocca, il Centro Culturale Polivalente con la riqualificazione di tutta l’area circostante, si è dimostrata un colabrodo ed è stata liquidata con un breve comunicato stampa  che tira in ballo il senso di responsabilità nei confronti dei cittadini in questo momento storico di incertezze economiche, i rischi e pericoli di fallimento per il bilancio del comune, la messa a repentaglio di tutte le altre opere attese dalla città e la realizzazione di qualsiasi manutenzione ordinaria e straordinaria.

Forse tutte buone ragioni per fare un passo indietro, per non insistere su una strada scivolosa e incerta……..sicuramente tutte ragioni che potevano e dovevano farsi a suo tempo e che dimostrano improvvisazione,  superficialità,  pressapochismo, incertezza, incapacità di programmazione e  poca convinzione in quello che si vuole e si deve fare da parte di chi amministra (sic!) Loano.

Dino Sandre


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