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Savona, intervento di Urbani sul 25 Aprile per una mobilitazione di popolo


Giovanni Urbani, del Comitato Cittadino Antifascista di Savona, ha preparato un testo sul 25 Aprile, che ha suscitato consenso. E’ stata discusso in una assemblea dell’ ANPI provinciale che lo ha apprezzato e fatto proprio, sottolineando l’opportunità di un’ampia diffusione, specie in presenza dell’attuale situazione politica che è estremamente grave. Gravità tuttavia che non è ancora percepita come tale dall’opinione pubblica democratica, dagli stessi esponenti dell’antifascismo e ancora meno, se possibile, dal fronte politico della sinistra e dei progressisti.

La conferma che il 24 sera con il Sindaco sarà presente Cofferati è un fatto positivo. Consente, a Savona, un forte impegno di battaglia politica scegliendo di fare della sera del 24 aprile il momento politico più rilevante e impegnativo, contrapposto alle semplici celebrazioni. Ma, al punto in cui siamo, oltre all’impegno politico ci vuole un impegno eccezionale di mobilitazione. Se il 24 sera ci sarà una marea di gente (obiettivo non facile), sarà raggiunto per questo solo fatto un pieno e significativo risultato politico.

Per una mobilitazione di popolo è necessario passare dalle parole ai fatti.

Non basta l’attivazione delle strutture dell’associazionismo democratico, a cominciare dall’ANPI, pur importante. Occorre chiamare direttamente le persone ad esserci, mandando migliaia di messaggi in rete attraverso le mailing list delle Associazioni; ma anche e soprattutto direttamente.

Migliaia di messaggi per migliaia di presenze. E presenza di ogni singolo perché consapevole che la risposta individuale di esserci è in consonanza con una grande risposta di massa.

TESTO

Quest’anno il 25 Aprile coincide con un momento grave e confuso della situazione politica italiana, che per un verso è bloccata ed in stallo e per un altro verso è in rapida evoluzione.

Si sente la necessità, anzi l’urgenza, che il 25 Aprile abbia un suo ruolo, ma non è facile identificarlo. L’aspetto celebrativo – che pure ci sarà – appare assai lontano dal clima drammatico in cui viviamo, e quanti vi si attardano rischiano senza volerlo di costituire un alibi per restare passivi e lontani, pur coltivando il consueto orticello celebrativo. Ma appare insufficiente anche l’aspetto istituzionale, cioè l’attività svolta da associazioni, in primo luogo l’ANPI, o da singoli con piccoli gruppi, come la Patrizia Turchi impegnata con successo per l’adozione di un articolo della Costituzione.

La riaffermazione della Resistenza con i suoi valori e la difesa della Costituzione, cardini di questo aspetto istituzionale, pur mantenendo una loro operativa incisività, non appaiono più una risposta esauriente. Lo dimostrano i risultati: oggi, nonostante il molto lavoro compiuto, sono proprio Resistenza e Costituzione ad essere messe in discussione. E’ necessaria quindi una riflessione sull’evolversi della situazione politica ed una capacità di operare in rapporto a questa evoluzione.

Si è affermata prepotentemente una spinta che intende distruggere il sistema politico dei partiti e delle istituzioni tradizionali. E’ una spinta che non approda finora all’obiettivo di costruire un nuovo sistema, ma esprime delle esigenze forti che incontrano una larga rispondenza popolare fino a ieri inedita.

Ma il sistema da distruggere è proprio quello nato dalla Resistenza e codificato nella Costituzione.

Il grillismo è la manifestazione più concreta di questa spinta, che tuttavia ha già permeato largamente le strutture politico-istituzionali tradizionali. Il grillismo tuttavia ha due possibili sbocchi. L’uno può far fermentare dall’interno il sistema e, attraverso una serie di compromessi fra vecchio e nuovo, introdurre una buona dose della propria innovazione, approdando ad un vecchio sistema riformato. L’altro sbocco può essere una radicalità che mantenga fermo il rifiuto totale del sistema esistente e faccia di questo rifiuto una leva per allargare il consenso, anche per fasi successive, puntando così a raggiungere un sostanziale monopolio della rappresentanza e quindi, al limite, una forma inedita di dittatura, i cui elementi sono già presenti, seppure in forma disorganica, nelle posizioni politico-culturali del Movimento 5 Stelle e del grillismo diffuso.

Ma questa prospettiva mette in crisi proprio l’antifascismo tradizionale e postula la necessità di una nuova elaborazione del concetto di antifascismo che ne allarghi l’ambito ai nuovi fenomeni “eversivi” del vecchio ordine che emergano dall’evolversi della situazione politica.

Resistenza e Costituzione svolgono anche oggi la funzione insostituibile di promuovere una lotta aperta e senza quartiere contro il neofascismo e il neonazismo che in forme molteplici – dalle esaltazioni verbali e scritte al terrorismo nero – tengono aperto un fronte permanente contro l’antifascismo tradizionale.

Ma oggi non si resiste solo a questo. Le spinte antisistema hanno sovente una forte deriva spontaneista. Lo spontaneismo però ha poco di costruttivo. Resistervi significa
oggi dare un obiettivo costruttivo e di trasformazione agli impulsi della spontaneità.

In tutti questi anni la Costituzione – seppure con alcune modifiche – è stata soprattutto un fortilizio da difendere abbastanza rigidamente dagli attacchi della destra eversiva, neofascista, berlusconiana, che hanno mirato a demolirla e a ridurla ad una palude anonima ed insignificante.

E tuttavia oggi le formule “attuare la Costituzione” e “completare la costruzione dello Stato costituzionale” suonano intempestive e come stonate.

Come far circolare nella Costituzione, rinnovandone l’ispirazione di fondo, la cultura innovatrice – seppur ancora elementare – che irrompe? Come evitare che la spinta iconoclasta, anche su questo fronte, porti alla demolizione dell’idea stessa di Costituzione?

La questione resta aperta perché pare sicuro che, se anche il grillismo declinasse, non sarebbe possibile tornare alle vecchie formule sulla Costituzione.

In ogni caso resta un fatto positivo che anche quest’anno ci si sia orientati a fare del 24 sera il momento politico rilevante delle manifestazioni del 25 Aprile. Parlerà il sindaco, che avrà il compito assai impegnativo di chiamare alla lotta per un nuovo antifascismo nella nostra città. Parlerà Sergio Cofferati, che coglierà la portata della dimensione nazionale e internazionale della crisi politica. Il Comitato Antifascista cittadino, infine, darà all’impegno politico della manifestazione del 24 Aprile la concretezza dei temi fondamentali: i lavoratori e le loro condizioni di vita e di lavoro, i disoccupati e i precari, il risanamento delle istituzioni, il nuovo profilo della questione morale, la scuola e i giovani. In sintesi, il rilancio della buona politica.


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