Trucioli

Liguria e Basso Piemonte

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Ma ad Alassio non c’è il mare?


Lettera al Secolo XIX di un ingegnere che si firma. Lamenta un problema non nuovo, almeno per gran parte del lungomare (ponente escluso), cioè il muro di cabine nella stagione balneare. Dove è stato risolto, si è provveduto a realizzare un passeggiata sopraelevata. Il lettore, tuttavia, appare ‘scandalizzato’ e provocatoriamente muove alcuni appunti a chi negli anni si è, a suo avviso, reso responsabile.  Possiamo aggiungere che il litorale della Baia del Sole, nonostante le condivisibili osservazioni, resta pur sempre un tesoro.

Già lo scorso anno, anche dalle pagine di la Repubblica, era apparso un servizio di Marco Preve dal titolo: Alassio, battaglia sul lungomare. Una trincea nasconde il litorale.  La barriera di cabine  impedisce la visuale dalla passeggiata: scontro tra stabilimenti balneari e gestori di bar e ristoranti, le ‘potenze economiche’ locali.  L’anno problema era stato sollevato dal giovane consigliere della Sinistra Alassina, Jan Casella che proponeva  pure un tavolo di confronto tra i più diretti interessati, a partire dai bagni gestiti dal Comune.  Si accennava, ad esempio, ad un unico cabinone- spogliatoio. Il mare di Alassio per lunghi tratti, da aprile a fine settembre, non si vede e non c’è sbocco verso l’orizzonte, costituendo un vero controsenso. L’allora sindaco Roberto Avogadro aveva in programma  di impostare un nuovo regolamento per affrontare in modo incisivo la problematica.  Ovviamente non è accaduto nulla e tanto meno si intravvede una soluzione a breve.

 

ECCO L’ARTICOLO DI LA REPUBBLICA DEL 18 AGOSTO 2012 DI MARCO PREVE

LA CITTÀ del Muretto vuole abbattere il Muro. Ad Alassio, questa estate è scoppiata la guerra delle cabine. O meglio, come le chiama Jan Casella, giovane consigliere comunale di Sinistra Alassina, “il muro di cabine che da aprile a settembre impedisce di vedere il mare a chi percorre o chi è seduto ai bar e ai ristoranti della passeggiata che appunto si chiama “lungomare””. In effetti, il mare, chi giorno e notte si cimenta nello struscio nella via stretta tra la spiaggia e il celebre “budello”, se lo può solamente immaginare. Perché il retro delle cabine incollate l’una all’altra per garantire il massimo profitto, di fatto crea un’insormontabile trincea tra il mare blu e gli occhi vogliosi di turisti e villeggianti.
In realtà, dietro il desiderio di una parte della città di riappropriarsi dell’orizzonte marino, c’è anche lo scontro tra i due pesi massimi dell’economia alassina. Da un lato i titolari di stabilimenti balneari  –  Alassio è una delle località al top delle classifiche sul caro mare  –  , dall’altro i gestori di bar, gelaterie e ristoranti che ai clienti seduti nei loro dehors son costretti ad offrire una sfilata di pannelli che qualcuno ha già soprannominato il “muro del pianto”.

“Vorremmo che, attraverso un tavolo cui dovranno sedere per primi i gestori e poi gli altri soggetti  –  spiega casella  –  fossero fissate le date di installazione delle cabine e, magari sperimentando nei punti più critici, almeno per i periodi di bassa stagione, qualche novità come ad esempio un unico cabinone-spogliatoio corredato da armadietti di sicurezza che consenta di spaziare liberamente con lo sguardo dalla passeggiata verso il mare e l’arenile. E siamo disposti a cominciare anche dai bagni gestiti dal Comune “. La reazione dei gestori è stata piuttosto accesa e c’è chi ha accusato Casella di voler affossare la categoria. Ma con Sinistra Alassina si schierano molti operatori turistici, e anche tra gli assessori c’è chi è pronto a intervenire, seppur previa concertazione.
Oltre ai cabinoni e alle cassette di sicurezza per ridurre i “volumi”, c’è anche la proposta di posizionare perpendicolarmente, rispetto al mare, le cabine laddove la profondità dell’arenile lo consenta (solo a levante, verso Laigueglia gli spogliatoi sono sotto il livello della passeggiata). “Centinaia di metri di trincea tra i palazzi e le cabine  –  aggiunge Casella  –  in cui si trova costretto a camminare chi viene a visitare una località di mare dove, di fatto, il mare per lunghi tratti non si vede e non c’è sbocco verso l’orizzonte, costituisce un vero controsenso “.

E a settembre, con la ripresa dell’attività amministrativa, il sindaco Roberto Avogadro si ritroverà a dover discutere un’interpellanza con cui Sinistra Alassina proporrà una modifica al regolamento a suo modo rivoluzionaria: impostare un programma che, nel tempo, imponga a ogni stabilimento di garantire almeno il 20-30% di aperture vista mare attraverso una serie di brecce lungo il Muro di cabine. Insomma, visto che ormai la maggior parte delle spiagge liguri sono di fatto privatizzate, che almeno la visione del mare resti pubblica.


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