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Locci: “A proposito di Ottaviano Del Turco…”


A PROPOSITO DI OTTAVIANO DEL TURCO. QUALCHE UTILE RIFLESSIONE LEGGENDO I GIORNALI.

                               

Il 3 febbraio 2012 La Repubblica scriveva

C’è un coro unanime, da sinistra a destra, per far credere che l’ex governatore dell’Abruzzo sia già stato assolto da ogni accusa. Non è così. Ma va di moda, evidentemente, non rispettare un’inchiesta ancora in corso.”

“Questi giuristi per caso credono che i processi per corruzione si facciano solo se si trova il bottino in tasca al corrotto (e quelli per omicidio solo quando si trova l’assassino con l’arma in pugno). Il fatto che il corruttore abbia confessato e il principale coimputato abbia patteggiato 3 anni è un dettaglio: forse sono innocenti, ma si autoaccusano per lo sfizio di incastrarlo. Angelini ha addirittura fotografato le mazzette mentre le portava a Del Turco.”

 Il 12 marzo 2013 dalla STAMPA

A Pescara il processo dimenticato all’ex governatore : Soldi, bugie, foto false – Affondano le accuse contro Del Turco – “

“A distanza di quasi cinque anni dall’arresto di Ottaviano Del Turco (nella foto), del denaro non si è trovata traccia. Niente nei conti correnti di Del Turco e neppure in quelli dei suoi parenti. Nessun risultato neppure da oltre cento rogatorie all’estero. Ma soprattutto – ecco il punto più rilevante – non sono spuntate case, auto, proprietà, investimenti che non fossero giustificati. Le indagini e le testimonianze hanno anche contribuito ad incrinare la credibilità del grande accusatore Angelini e un rapporto dei Nas dei Carabinieri ha fatto emergere che Del Turco aveva iniziato un significativo taglio dei fondi alle cliniche, quasi 100 milioni, scontentando entrambi i «poli» privati: Angelini e Pierangeli.

Al processo la difesa ha fatto cadere un punto essenziale dell’accusa : un consulente di diverse Procure di prima linea, riuscendo a dimostrare che le foto che l’accusatore Angelini ha ripetutamente datato 2 novembre 2007 (confuse foto che ritraggono mazzette di soldi consegnate a Del Turco) in realtà sarebbero state scattate molti mesi prima. Dettaglio destinato a sbriciolare, se confermato, uno dei punti essenziali dell’accusa, non solo perché il superteste avrebbe detto il falso, ma soprattutto perché quella data è stata ribadita dalla moglie di Angelini, dal suo autista, dalle due segretarie.”

Il 13 marzo 2013 CORRIERE DELLA SERA riporta la stessa notizia.

Che scrive invece la Repubblica in questi giorni sul processo in corso: niente !

Ricordo che il procuratore capo, Trifuoggi, per motivare una misura come l’arresto di un presidente di Regione, non esitò a definire gli indagati come «schiacciati da una valanga di prove». Parole impegnative. Subito dopo aver annunciato prove a bizzeffe, la Procura non chiese il rinvio a giudizio degli «schiacciati», ma chiese invece due proroghe delle indagini e così dopo soli 5 anni ora al processo di primo grado Ottaviano Del Turco può difendersi in aula !

Il giustizialismo di Scalfari e soci è ben noto, come è evidente la comprensione di tutti gli editorialisti – severi censori della moralità pubblica- del gruppo Espresso-Repubblica per il suo “patron” Carlo De Benedetti (tessera numero 1 del Partito Democratico) che nel 1992 in piena tangentopoli, accusato per accertate vendite di stampanti Olivetti non funzionanti alle Poste ed all’Esercito ( lo Stato le rottamò anni dopo ancora negli imballi originali e De Benedetti ci guadagnò 145 miliardi di vecchie lire !) e per aver pagato 10 miliardi di tangenti, fu inspiegabilmente prosciolto senza processo dai severissimi PM milanesi ( Di Pietro- Colombo- Jelo ) e non si è mai capito bene il perché. (O forse si !!!! ).

Ma se la Procura milanese si era addormentata, i magistrati romani, dopo aver raccolto una gran quantità di documenti, avevano proceduto contro De Benedetti . Si creò anche un piccolo incidente diplomatico interno al Palazzo di giustizia, perché il procuratore capo Mele si era molto irritato nello scoprire che la dottoressa Cordova, sua sostituta, aveva chiesto la misura cautelare per De Benedetti senza consultarlo.

Ne seguì un parapiglia di dichiarazioni riportate dai quotidiani ( in cui si inserì anche il pm milanese Gherardo Colombo ), e che alla fine giovò al presidente della Olivetti che fu arrestato e poi rilasciato dopo 24 ore ma poi in seguito, tra archiviazioni e reati caduti in prescrizione, non subì un normale processo e se la cavò senza alcuna condanna e senza neanche restituire il “maltolto” per il bidone delle forniture fatto allo Stato!

Savona, 13 marzo 2013.

Luciano Locci



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L. Locci

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