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Basso Piemonte: mire della Lega Nord sui giornali locali


Tra Lega Nord ed editoria è passione irresistibile. Carta stampata dei piccoli giornali locali, siti web d’informazione dei Comuni della provincia, piccole emittenti televisive sul digitale terrestre. La promozione politica e gli affari si intrecciano fin dentro le redazioni in modo indissolubile, come è evidente anche dall’inchiesta della Procura di Novara che ha travolto la Lega a pochi giorni dalle elezioni e che mette al centro delle sue accuse proprio la nascita di un piccolo giornale locale: il Nord Ovest.

PRECISAZIONE – L’AVV. MASSIMO GIORDANO, in data 4 novembre 2019, come lui stesso precisa  nella e mail inviataci il 28 agosto 2021, è stato assolto, con formula piena, ‘perchè il fatto non sussiste’.

Un gruppetto di imprenditori amici dell’assessore Massimo Giordano e di Giuseppe Cortese (nel foto), passato direttamente dalla direzione della Tribuna Novarese alla segreteria particolare di Roberto Cota, avrebbe accettato di investire in un progetto editoriale «nuovo» per promuovere l’immagine politica di Giordano in cambio di favori secondo l’accusa. Storicamente in questo genere di inchieste l’oggetto della corruzione è il denaro o sono beni di valore. Qui è un giornale. E non solo. Perché i fatti contestati riguardano anche un contratto di assistenza legale per DMedia, un colosso dei piccoli quotidiani e siti di informazione che in pochi anni ha colonizzato il nord Italia subentrando in oltre quaranta testate locali. DMedia applica una politica contrattuale giudicata scellerata dal sindacato dei giornalisti, con il quale non tratta, ma riceve decine di migliaia di euro di contributi per l’editoria negli anni con uno stratagemma.

«Editori puri, redattori indipendenti e appassionati, rete di vendita autonoma e aggressiva »: si presenta così la costola editoriale che fa capo a Gianluigi Viganò del colosso DMail, dalla vendita dei gadget «intelligenti » alla carta stampata. Quarantaquattro piccole testate dal 1994 a oggi, e molte lampanti affinità con l’area leghista. Per la distribuzione geografica dei giornali e per il registro dei messaggi che ricorrono continuamente sulle pagine. Un po’ come nello spot di lancio del Nord Ovest che sembra utilizzare lo stesso linguaggio pur non avendo alcun legame societario: «Il primo quotidiano di informazione territoriale un nuovo modo di fare informazione quello che avreste voluto sempre leggere ma nessuno ha mai scritto».

Un caso piemontese che fa scuola nel sistema DMedia è quello de «Il Canavese», storica testata di proprietà della famiglia Giachetti, entrata poi nell’orbita dei rampanti colonizzatori del Nord. Nel 2007 i proprietari entrano in difficoltà economiche e affittano la testata alla cooperativa «Alta Brianza» di Ludovico Gilberti, ex parlamentare leghista, già membro del consiglio di amministrazione della Padania e fondatore di quel «Sole delle Alpi» che avrebbe dovuto essere, nei sogni del Carroccio, «l’Espresso» della roccaforte leghista.

La cooperativa impone una virata alla linea editoriale. I conti sono in ordine però, e il giornale fa utili. Quando la famiglia ha il tracollo e vende, casualmente si fa avanti DMedia, che è già proprietaria di decine di giornali simili e sta allargando a macchia d’olio la sua influenza sul territorio. Quel che nel complesso della strategia sembra soprattutto appetibile sono i finanziamenti pubblici all’editoria che «Il Canavese » riceve per centinaia di migliaia di euro all’anno. E che riceve fino al 2011, quando cambia la legge. DMedia, infatti, continua ad affittare la testata alla cooperativa di Gilberti che non prende dallo Stato contributi simili per altre testate. DMedia vende pubblicità e servizi e prende parte del contributo. La cooperativa leghista mantiene il giornale e quel che avanza chissà. Il caso finisce in tribunale quando improvvisamente viene destituito lo storico direttore, non più gradito e, a Ivrea, si apre il processo nel quale viene chiamato a testimoniare anche Roberto Cota.

Ed è proprio l’editore lombardo Viganò ad aver affidato il contratto di consulenza legale allo studio associato di Massimo Giordano finito nelle carte dell’inchiesta del procuratore Francesco Saluzzo. E Dmedia compare nell’avviso di garanzia della portavoce dell’assessore, Isabella Arnoldi, accusata di concorso in corruzione insieme al marito, Giuseppe Cortese.

Mariachiara Giacosa e Ottavia Giustetti

http://torino.repubblica.it

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