Trucioli

Liguria e Basso Piemonte

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Caro direttore, finirà in burla oppure in tragedia


Una fantasia di strategia politica d’alto livello. Lettera al direttore del Corriere della Sera.
Questo è il racconto di una fantasia priva di qualunque riscontro con la realtà. Una fantasia che non prende spunto dai fatti della vita o della politica, troppo difficili da conoscere per ciò che sono. Ma prende spunto dalla loro apparenza e dal suo articolo di fondo di oggi che invece è alla portata di tutti. Eccolo.
Un abile uomo d’affari diventato primo ministro, dopo vent’anni si trova in grande difficoltà per una crisi economica per lui impossibile da gestire. Litiga con il suo ministro dell’economia senza concludere granchè, salvo decidere alcuni aumenti di tasse e una patrimoniale sugli immobili, più preoccupato di dover prendere decisioni impopolari che pregiudicherebbero il suo futuro, finché la fortuna viene in suo soccorso: sotto forma di una decisione del presidente della repubblica, di affidare l’incarico a qualcun altro.
Costui è un celebre economista, professore universitario, che accetta in nome del bene pubblico. Da allora il professore diventa primo ministro e, a causa della propria capacità di sacrificarsi per il bene comune, prende lui le decisioni impopolari al posto del suo predecessore. Il quale le fa approvare tutte in parlamento, con i voti del suo partito, anche se ogni tanto riesce a renderle meno efficaci di come erano state pensate. E intanto loda ogni giorno il suo successore mentre lo fa sbeffeggiare quotidianamente da alcuni giornali più o meno di sua proprietà. Finchè si avvicina il giorno delle elezioni.
E allora, per qualche mese, a giorni alterni finge di volersi ritirare dalla politica e finge di cambiare opinione,  costringendo i suoi collaboratori a rivelarsi per ciò che sono: amici, nemici, intelligenti, sciocchi, possibili traditori.
Alla fine costringe il suo successore a dimettersi, facendolo attaccare dal segretario del suo partito, con una serie di accuse che sarebbero ingiuste perfino se le decisioni “impopolari” prese per oltre un anno non fossero state tutte votate proprio da loro.
Così, in un anno “sabbatico”, ha ottenuto i seguenti risultati:
1. Ha fatto fare il lavoro “sporco” al professore senza perdere la faccia.
2. Ha spiegato al popolo come il professore fosse al meglio un incapace, un teorico e un usurpatore.
3. Ha individuato nel suo partito gli amici e i nemici.
4. Può presentarsi una volta di più all’opinione pubblica come “salvatore della patria”.
5. Può sperare di piazzarsi bene alle prossime elezioni, malgrado le previsioni a lui sfavorevoli.
6. Ha messo solide basi per essere ricordato, in futuro, da innumerevoli strade e piazze con il suo nome.
Forse alla fine ha fatto un errore: quello di sottovalutare il professore. Il quale, aggredito in modo un po’ troppo sfrontato, ha mollato all’istante, togliendogli la possibilità di accusarlo di ogni nefandezza. Ma si vedrà.
E’ probabile che presto o tardi la trama strategica che ho inventato verrà ripresa da qualcun altro, comunque vada a finire. Peccato che io non sia Shakespeare, perché dentro questa trama c’è quanto basta per elaborare un dramma politico con ogni risvolto umano possibile, inclusi quelli più pruriginosi. Ma è possibile che anche Shakespeare aspetterebbe un po’ di tempo a scrivere il dramma, perché per ora è difficile immaginare se finirà in burla oppure in tragedia.
Lei, che ha una quantità di informazioni ben maggiore di quella di cui dispongo io, potrà decidere se la mia fantasia sia solo fantasia o se sia qualcosa di più. In ogni caso, dovrà ammettere che suona bene.
Filippo Bonfiglietti

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F.Bonfiglietti

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