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Liguria e Basso Piemonte

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Spiati dalla ‘ndrangheta a Savona. Come finì l’inchiesta? Risposta cercasi


Il Secolo XIX del 18 febbraio 1995 (che riproduciamo) diede una notizia clamorosa. Tra i protagonisti Antonio Fameli (la giustizia alla fine l’ha sempre scagionato o quasi), l’allora vice questore Stefano Bonagura nella veste di investigatore ed alcuni personaggi insospettabili della Riviera di ponente. L’avvocato ingauno Graziano Aschero fece una previsione: tutto si sgonfierà.

Aveva ragione? Non siamo in grado di confermarlo perché, come spesso accade nel campo investigativo, non sempre le cronache, pure attente e presenti nella narrazione giudiziaria, hanno la possibilità di conoscere l’epilogo. Certo, la memoria storica gioca il suo ruolo. Altre volte può fare comodo a qualcuno non far sapere. Ad altri conviene dimenticare. Non solo, non è facile  stare dietro all’incalzare dei nuovi eventi, senza perdere mai di vista il passato.

L’epilogo – nelle vicende di giustizia penale e civile – è ciò che conta davvero. Purtroppo spesso le inchieste, le notizie, le sentenze (condanna, assoluzione, prescrizione) si perdono per strada almeno per l’informazione giornalistica.

Una vicenda che risale al 1995, lascia forse il tempo che trova. Resta lo spaccato, ai più ignoto e misterioso, di cosa accadeva in terra ligure nel (non lontano) secolo scorso. Mentre oggi torna prepotentemente alla ribalta il tema dei rapporti tra Stato e criminalità.

Ma a tutela dei cittadini tutti, anche degli inquisiti, è il caso di ripetere: si attenda il capitolo finale. E possibilmente abbia diritto di cronaca, anziché di oblio. Come è appunto accaduto nei fatti che riproponiamo –  una delle tante pagine dimenticate di storia locale – con l’articolo di 17 anni fa. Ricoperto di polvere e finito nel dimenticatoio.

 

 

 

 


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