Trucioli

Liguria e Basso Piemonte

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Se una risata ci seppellirà… C’è un limite all’indecenza? Il tartufo di Moliere


Se una risata ci seppellirà almeno che sia la nostra… Ma c’è un limite all’indecenza… E i nostri magistrati. Quali?   … E facciamole due risate, magari amare ma sempre risate anche per scongiurare di ammalarsi, andare in depressione con il rischio di vagheggiare di togliersi la vita come hanno fatto alcuni disperati imprenditori: che ultimamente pare comunque non abbiano più voglia di suicidarsi, forse è passato di moda, o più verosimilmente sono i giornalisti a non darne notizia.
Ridiamo a crepapelle di queste ‘sacrestie blindate del potere e degli inciuci’ dove ogni politico è Console di sè stesso, dove i compagni di scrivania ben si guardano dall’impicciarsi, non vedono, non sentono e non parlano, segretari e tesorieri perennemente occupati a raccogliere nei propri personali catini la pioggia d’oro che cade benefica.
Ridiamo, ridiamo nel vedere i nostri sudati risparmi, e ora i sacrifici,  dilapidati irresponsabilmente come foglie al vento per rendere l’esistenza di questi ‘signori’ più gioiosa e comoda che, altrimenti, se non intrufolati nella politica, per loro capacità, molti potrebbero al massimo ramazzare le strade.
Ridiamo e continuiamo a farlo, che ‘il riso fa buon sangue’, dilata le arterie e previene l’infarto e se mai, disgraziatamente, una risata prima o poi ci seppellirà che sia almeno la nostra.
Gianni Gigliotti 
C’E’ UN LIMITE ALL’INDECENZA?
Ma non è possibile!.  Noi italiani (inteso come politici e non solo) abbiamo veramente smarrito il senso della decenza scivolando nella cloaca dell’irresponsabilità.
Riportiamo dal ‘Fatto Quotidiano‘ del 2 ott.2012, stentando  a crederci: il Senatore avvocato Longo, uno dei difensori di Berlusconi  ha dichiarato che ‘anche un condannato definitivo può stare in Parlamento, esso deve dare rappresentanza mediana al popolo, dunque gli eletti non devono essere migliori degli elettori’.
Quindi, in Parlamento, è legittima la rappresentanza di chi è già stato condannato o in attesa di sentenza,  a legiferare e gestire la cosa pubblica degli italiani ‘mariuoli mediani’ che altrimenti non avrebbero voce in capitolo.  Senza contare che anche se, per miracolo, si riuscisse a ‘ fare un ripulisti, si rischierebbe la desertificazione della Camera e del Senato: compreso, vero?.
Gianni Gigliotti
IL ‘TARTUFO DI MOLIERE’   –
I nostri Magistrati, quali? Semplicemente tutti coloro che sono rispettosi della Costituzione, preparati ed efficienti, liberi nel pensiero, equilibrati nelle azioni e nei giudizi, che non si impicciano della politica ma esclusivamente dell’uguaglianza
di tutti i cittadini di fronte alla Legge: quindi, chiaramente in senso ironico, non questi PM di Palermo, rei, disgrazia loro, di pretendere di avere sempre e comunque ragione, di essere troppo indipendenti e troppo cabarbi, di ‘non guardare in faccia nessuno e di non fare atto di sottomissione ad alcuno potere’ qualunque esso sia.
Evidentemente, in questa torbida vicenda della ‘trattativa Stato-mafia’ i PM di Palermo avrebbero dovuto tapparsi il naso e gli occhi: non avendolo fatto, per l’appunto impicciandosi, sono da punire.

Gianni  Gigliotti

LA PARABOLA DELL’ALBERO FIORITO –
 Siamo in autunno e le foglie cadono dagli alberi, gli stessi che fino a  poco tempo prima, primavera inoltrata ed estate, avevano Fiorito e maturato abbondanti frutti, non solo nespole e ciliegie, ma anche e sopratutto banconote extra-large di colore rosa, succose e dall’irresistibile profumo: e  a raccoglierle, a piene mani, il solito politico contadino, quello dalle ‘scarpe grosse, pardon tasche e cervello fino’.
 Che della  gramigna non c’è da preoccuparsi, se mai arriverà, gli amici Santi in Paradiso sono già stati allertati e pagati.
Gianni  Gigliotti
SALLUSTI, EROE DI CARTA (STAMPATA)
Sallusti, eroe di carta (stampata). A Sallusti piace fare il rude eroe, è caratteriale, ci tiene (malgrado la possibilità di risolvere la querelle della condanna in modo meno traumatico: e non l’ha fatto) ad andare in carcere nella speranza che un giorno i libri di storia si ricordino di lui: oltretutto, nel riservo della cella, lontano da occhi indiscreti,  finalmente poter leggere i libri di Montanelli.
Gianni Gigliotti

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G.Gigliotti

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